Produzione

6 Giugno 2013

Che strano chiamarsi Federico!

Che strano chiamarsi Federico!

20 anni fa moriva Federico Fellini. Come celebrarlo al di là delle retrospettive e degli omaggi in Italia e all’estero? Così è nata l’idea di affidare a Ettore Scola la realizzazione di un film che in principio avrebbe dovuto basarsi soprattutto su materiali di archivio. Ma il talento di Scola, che ha da subito aderito al progetto, ha trasformato l’idea iniziale in un originale racconto dove i protagonisti (senza narcisismo da parte sua) diventano due: Fellini e Scola. Tanta strada professionale e umana è stata percorsa assieme da questi due grandi maestri del cinema italiano. L’idea di scoprire Fellini attraverso il racconto delle esperienze comuni con Scola ci è subito parsa vincente e originale.

Proposta ai produttori di Palomar e Paypermoon, cui si sono uniti Rai Cinema, Cubovision di Telecom Italia e Cinecittà Studios che ha messo a disposizione il mitico Teatro 5 (la casa dei film di Fellini), l’idea è diventata una sceneggiatura (scritta con le figlie Paola e Silvia) che sarà pubblicata in un libro impreziosito da immagini e disegni di Fellini e Scola e che sarà curato da Vincenzo Mollica. 
 

 

E oggi è un film, al cui montaggio Scola sta lavorando e che sarà arricchito anche di materiali dell’Archivio Luce e delle Teche RAI. C’era un modo migliore per Istituto Luce-Cinecittà di celebrare Fellini con un nuovo film di uno dei più grandi autori italiani di cinema? Domanda retorica che non ha bisogno di risposte scontate.

Luce-Cinecittà è fiera di aver promosso questo Che strano chiamarsi Federico! cui auguriamo lunga vita e grandi viaggi in tutto il mondo.


Un ricordo/ritratto di Federico Fellini, raccontato da Ettore Scola in occasione del ventennale della morte del grande regista. Oltre la ricchezza del cinema di Fellini – patrimonio comune al pubblico di tutto il mondo – un devoto ammiratore dell’ineguagliabile Maestro rievoca il privilegio di averlo frequentato ed essere stato testimone della sua ironia e delle sue riflessioni su “la vita che è una festa”.

E’ il racconto della loro conoscenza al giornale ‘Marc’ Aurelio’ nei primi anni 50; dei loro incontri; degli amici comuni – come Maccari, Sordi, Mastroianni -; delle visite ‘di Piacere’ sui set dei rispettivi film; di Cinecittà, del Teatro 5 e di altre vicinanze che hanno cementato e fatto durare nel tempo la loro amicizia. Dal suo debutto nel 1939 come giovane disegnatore, al suo quinto Oscar nel 1993, anno del suo settantesimo e ultimo compleanno, Federico viene ricordato da Ettore come un grande Pinocchio che per fortuna non è mai diventato “un bambino perbene”.

Un film fatto di ricordi, frammenti, momenti e impressioni sparse, ricostruiti e girati a Cinecittà, e alternati a materiali di repertorio d’epoca, scelti dagli archivi delle Teche Rai e dell’Istituto Luce. Il titolo è ispirato a un verso di una poesia di Federico Garcia Lorca, la voce narrante è quella di Vittorio Viviani, la fotografia di Luciano Tovoli e le musiche di Andrea Guerra.

Ecco le prime immagini di backstage:

 


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