Distribuzione

2 Dicembre 2013

‘L’arte della felicità’ è al cinema

Il film di Alessandro Rank, uscito nelle sale con un budget di comunicazione molto limitato, riempie da giorni i principali giornali e reti tv che invitano ad andarlo a vedere

Ci sono film il cui valore anche simbolico prescinde dalle qualità artistiche e dai risultati al botteghino. E’ il caso de L’arte della felicità di Alessandro Rak. Presentato con successo all’ultima Mostra di Venezia, è uscito nelle sale con un budget di comunicazione molto limitato. Lo dico con cognizione di causa essendo il film  distribuito da Istituto Luce-Cinecittà che con mezzi impari, rispetto agli investimenti di altre distribuzioni, ha il compito di valorizzare nuovi talenti.
E così facciamo scegliendo titoli “difficili” ma di grande qualità che spesso vincono premi nei principali festival, trovano compratori internazionali, ma sono destinati alla categoria “bello ma non fa una lira”.

Una battaglia che come Istituto Luce-Cinecittà facciamo da tempo per dotare questi film non di assistenza ma di misure adeguate alla possibilità di farsi conoscere.

L’arte della felicità riempie da giorni i principali giornali (la Repubblica – De Gregorio – 28 nov 2013.pdf, l’Espresso – 5 dic 2013.pdf ) e anche le TV (TG1 e Che tempo che fa per citarne due) che invitano ad andarlo a vedere.

Ma questo film, bello e gradevole, ha una caratteristica tutta sua: fa dell’eccellenza dell’animazione italiana una realtà, se pur artigianale che dà speranza non solo a un genere troppo poco frequentato dal nostro cinema, ma anche a un modo generoso e innovativo di produrre. E non a caso, senza patetismi, che tutto ciò avvenga nel territorio di Napoli, aggiunge valore e speranza nelle possibilità di rinnovamento e riscatto di tutto il nostro Paese.

Ecco perché mi aggiungo al coro di coloro che dicono al pubblico andatelo a vedere, e mi rivolgo anche agli esercenti che negli ultimi 20 anni hanno salvaguardato il cinema d’autore da un sicuro oblio, perché mettano da parte le ragioni del box office (sacrosante e necessarie alla loro sopravvivenza) e garantiscano a L’arte della felicità una vita più lunga di quella che le regole del mercato imporrebbero.

Roberto Cicutto – AD di Istituto Luce Cinecittà


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