21 Marzo 2014
Luce al Bif&st con cinque titoli
n concorso 'Il venditore di medicine' di Morabito, 'Terra di transito' di Martino, 'Via Castellana Bandiera' di Emma Dante e 'Il Sud è niente' di Mollo. Evento speciale 'Che strano chiamarsi Federico'
Luce Cinecittà è presente al Festival Internazionale del Film di Bari (5-12 aprile) con cinque titoli in distribuzione. Girato proprio nella città pugliese, arriva in anteprima in concorso (sezione ItaliaFilmFest/Lungometraggi) Il venditore di medicine di Antonio Morabito, che ha già sollevato consenso e discussione dopo la prima mondiale al Festival di Roma e uscirà nelle sale italiane il 30 aprile. Incentrato sullo scandalo del comparaggio farmaceutico (tornato in primo piano piano con drammatiche cronache processuali proprio in questi giorni) e su una struttura thrilling, il film di Morabito vede nel cast l’accoppiata Claudio Santamaria e Isabella Ferrari, insieme a Evita Ciri e la partecipazione di Marco Travaglio.
In anteprima assoluta si vedrà Terra di transito, del reporter e documentarista Paolo Martino. Un film doc che partendo dall’intenso racconto di Rahell, un ragazzo in fuga dal regime di Saddam Hussein per ricongiungersi con i familiari in Svezia, mostra la paradossale condizione dei rifugiati di guerra sottoposti al regolamento Dublino 2. Una norma che li obbliga a risiedere nel primo paese d’ingresso nell’Unione europea, senza poter raggiungere la meta voluta. Con l’immagine dolorosa e spiazzante di uomini che vorrebbero lasciare l’Italia – la terra del loro sbarco – e non possono. E di un Paese che non riesce a dare accoglienza e possibilità a persone che hanno rinunciato a chiederle. Il film di Paolo Martino, prodotto dall’associazione A Buon Diritto in collaborazione con Luce-Cinecittà, ha di recente ottenuto il Patrocinio della sezione italiana di Amnesty International.
Nel concorso ItaliaFilmFest/Opere prime e seconde troviamo Via Castellana Bandiera di Emma Dante e Il Sud è niente di Fabio Mollo; e come evento speciale Che strano chiamarsi Federico di Ettore Scola.