27 Marzo 2014
‘Roma città aperta’ festeggia i 70 anni della liberazione della capitale
Anticipando i festeggiamenti per il 70° anniversario di Roma liberata (4/5 giugno 1944), la versione restaurata del film di Rossellini, dal 31 marzo e per tutto aprile, viene distribuita in 70 sale
È il film simbolo di una nazione, del suo popolo, dei suoi valori, simbolo della Resistenza e di una nuova Italia che nasceva dal dolore della guerra. Roma città aperta di Roberto Rossellini arriva nelle sale italiane, in una nuova versione restaurata, anticipando i festeggiamenti per il 70° anniversario della Liberazione di Roma, avvenuta tra il 4 e il 5 giugno 1944.
Da lunedì 31 marzo e per tutto il mese di aprile, viene distribuito in 70 sale italiane il nuovo titolo del progetto ‘Il Cinema Ritrovato. Al cinema’ promosso dalla Cineteca di Bologna e Circuito Cinema per portare in prima visione i classici restaurati.
Il restauro di Roma città aperta segna il culmine del Progetto Rossellini, impresa voluta da Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna e CSC-Cineteca Nazionale, che ha portato al recupero dei titoli principali della filmografia di Rossellini (La macchina ammazzacattivi, India, Viaggio in Italia, Stromboli terra di Dio, L’amore, Paisà, Germania anno zero), presentati in questi anni al Festival di Cannes, alla Mostra del Cinema di Venezia, al Festival di Berlino, al Torino Film Festival, al Festival di Roma e al Festival Il Cinema Ritrovato di Bologna.
Il restauro di Roma città aperta è stato realizzato dal laboratorio della Cineteca di Bologna L’Immagine Ritrovata a partire dal negativo originale ritrovato nel 2004 e conservato presso la Cineteca Nazionale. Il negativo originale del film si credeva perduto. La leggenda voleva che il film fosse stato girato su stock di pellicola trovata in giro, scaduta, comprata al mercato nero. Quando alla Cineteca Nazionale, nel 2004, riemerse un negativo, si verificò che si trattasse in effetti di “frattaglie” di pellicola di diversa provenienza e ciò fu la conferma di essere tornati in possesso proprio del negativo originale.
Il lavoro di schedatura di questo negativo portò a un primo restauro utilizzato come riferimento per il nuovo restauro realizzato a uno standard digitale di qualità ancora più elevata (4K), a cura della Cineteca di Bologna, della Cineteca Nazionale e dell’Istituto Luce Cinecittà. (ssr)