16 Luglio 2014
La distribuzione funziona davvero?
Il numero di luglio della rivista 8½, in libreria (e scaricabile gratuitamente dalla App), dedica la copertina alle nuove geografie e strategie del sistema distributivo italiano, che il direttore Gian
Invisibili, rachitici, dispersi. Oppure dopati. Ma i film italiani vengono davvero distribuiti? Il numero 15 della rivista 8 ½ (luglio 2014), in libreria e scaricabile gratuitamente dalla App, dedica la copertina alle nuove geografie e strategie del sistema distributivo italiano, che il direttore Gianni Canova non esita a definire “il tallone d’Achille”.
“Mentre i new media e le nuove tecnologie pongono nuove sfide, questioni annose come la stagionalizzazione cronica, gli affollamenti e i diradamenti delle uscite, le anomalie nelle teniture e i processi inflattivi nell’incremento spropositato del numero di copie, stentano a trovare risposte soddisfacenti”, scrive Canova. E intanto negli Usa già si parla di pay-by-size, cioè di commisurare il costo del biglietto alla grandezza dello schermo. Franco Montini analizza il funzionamento della macchina distributiva e le sue distorsioni nell’era dell’avvento del digitale, Andrea Occhipinti, intervistato da 8 ½ denuncia il ruolo non certo virtuoso della televisione “che prende il meglio che c’è sul mercato e lascia agli altri quello che ha meno potenzialità d’incasso”. Lo scenario sta cambiando rapidamente e la nostra inchiesta fotografa nove realtà indipendenti presenti sul mercato: da Good Films a Officine Ubu, da Movimento Film a Nexo Digital, mentre un mappa specifica è dedicata alla realtà distributiva online. È recente il caso apripista di Welcome to New York, il controverso film di Abel Ferrara ispirato alla vicenda di Dominique Strauss-Kahn, che ha visto la luce solo sul web. Il pro e contro è dedicato all’annosa questione delle window e contrappone i pareri di Piera Detassis e Mario Mazzetti.
La sezione Innovazioni affronta il tema ancora poco esplorato della crossmedialità, in cui l’Italia appare gravata da un’arretratezza notevole rispetto a Usa e Giappone, a parte qualche felice eccezione come quella di Romanzo criminale. Si parla di incroci tra media differenti nel mondo del cartoon, del fumetto e presso i nativi digitali (con interventi di Oscar Cosulich, Luca Raffaelli e Marco Lucio Papaleo). Ancora Gianni Canova parte dal fenomeno Violetta Backstage Pass, grande successo pop-cheap-trash, per lanciare una riflessione-provocazione all’indirizzo dei cinefili che storcono il naso di fronte a questi mondi. Cinque interviste ci aiutano a orientarci nelle novità che si muovono tra videogioco, fumetto e serialità: Matteo Bittanti, Riccardo Cangini, Claudio Cupellini, Luigi De Laurentiis e Leo Ortolani. Roberta Torre ci parla del nuovo progetto sulla biografia di suo nonno, Pierluigi Torre, inventore della Lambretta, un progetto che dal libro approda a teatro, passando per il design e il cinema.
Il Dossier di DG Cinema e Anica è dedicato questo mese a Eurimages e alle coproduzioni europee sviscerate attraverso dati puntuali che mettono a confronto le esperienze dei 36 paesi membri.
Cinema espanso ci porta nel cuore del lavoro di Danilo Donati, costumista di Pasolini e Fellini, protagonista di una mostra a Villa Manin di Passariano. Sempre in questa sezione, Ugo Nespolo ci guida dentro al Museo del Cinema di Torino all’interno di un’esposizione dedicata a 72 attrici da Oscar. Infine Marco Bellocchio in un’intervista realizzata al MoMA di New York, dove è stato protagonista di un’importante retrospettiva, parla, tra le altre cose, del suo rapporto con il cinema americano: “Ammiro enormemente molti grandissimi registi americani, ma non ho mai pensato di americanizzarmi, che è il sogno – legittimo e a volte ben riuscito – di altri”, ci dice l’autore piacentino.
Re-print ci offre un prezioso e raro testo di Michelangelo Antonioni, datato 1949 e tratto dalla rivista Cinema: in veste di critico, il maestro dell’incomunicabilità nel suo articolo intitolato “La pazienza del cinema”, lamenta l’assenza e il modo superficiale in cui la settima arte viene trattata come elemento ispiratore. “Raramente ha ispirato la fantasia di un poeta o di un musicista, poche volte quella di un pittore. Per fortuna le cose vanno meglio in letteratura”.
Il Focus di luglio è dedicato all’Irlanda, terra di grandi scrittori e di grandi storie, che al cinema ha faticato a trovare l’indipendenza da americani e britannici, ma ora sta gettando il seme di una vera e propria scuola nazionale. Pratiche di sostegno, l’appartenenza alla Comunità Europea (in cui è l’unico paese di lingua inglese), la scommessa sulle nuove tecnologie e sulla specializzazione (animazione, postproduzione digitale, effetti visivi) stanno dando ottimi risultati. L’inchiesta è corredata da un’intervista al vice ceo dell’Irish Film Board Teresa McGrane e da un intervento critico di Susanna Pellis, esperta di cinema irlandese e direttore artistico di Irish Film Festa.
Geografie ci porta sul set di Ermanno Olmi, nelle trincee della prima guerra mondiale ricostruite sugli altipiani vicentini, per il nuovo atteso film Torneranno i prati. Marit Kapla dal Festival di Göteborg ci dice cosa le piace del cinema italiano, mentre il nuovo direttore della Cineteca del Lincoln Center di New York Dennis Lim, annovera Michelangelo Frammartino e Gianfranco Rosi tra i maestri del futuro. La rubrica Internet e nuovi consumi analizza l’intersezione tra dinamiche di gioco, anche nei social network, e cinema. Punti di vista: il giornalista Luca Mastrantonio riflette, zavattinianamente, sulla necessità di prendere il tram per trovare storie verosimili e potenzialmente universali. Il cineasta Davide Ferrario ipotizza una nuova figura, quella del distributo-regista: il digitale consente infatti agli autori di fare direttamente accordi con gli esercenti. Terzo capitolo per la storia del Luce a puntate in occasione del 90° compleanno, con interventi di Enzo Natta (I giorni di Salò) e Andrea Piersanti (Dal “porno” di Mussolini al web 2.0).