29 Agosto 2014
Giulio Andreotti. Il cinema visto da vicino
Giulio Andreotti. Il cinema visto da vicino
Nella sezione ‘Venezia Classici’ il documentario di Tatti Sanguineti Giulio Andreotti. Il cinema visto da vicino. Realizzato da Luce Cinecittà in collaborazione con Cineteca Di Bologna, Csc-Cineteca Nazionale, Comitato Giulio Andreotti, Istituto Luigi Sturzo. Si tratta di una lunga conversazione, avvenuta tra il 2003 ed il 2005, con il senatore a vita Giulio Andreotti sul suo rapporto con il cinema italiano. La parte preminente è dedicata alla censura cinematografica. Rievoca incontri, personaggi, star, film; focalizza dettagli remotissimi, analizza carte, reperti, verbali, sequenze, documentari, cinegiornali e tagli di censura, mano a mano che gli intervistatori glieli propongono. A interrogarlo, Tatti Sanguineti e Pier Luigi Raffaelli, nei quali uno dei più infallibili archivisti del suo tempo ha riconosciuto due colleghi attendibili. “Registrammo con due telecamere 21 sedute in cui tutto era preciso, documentato, riscontrato, verificato. Se qualche pezza d’appoggio mancava, la si cercava per l’incontro successivo. Andreotti Non pose limite a nessun tipo di domanda. La sola cosa che non avemmo il coraggio di chiedergli era di indossare un abito di scena che garantisse la ‘continuità’. Ce lo ritroviamo vestito con 21 abiti diversi”, racconta l’autore nelle note di regia.
Tutto è comprovato, confermato da documenti, appoggiato ai fatti. Il film contiene spezzoni di cinegiornali, brani di film e fotografie, che illustrano alcuni avvenimenti vissuti da Andreotti in quel periodo. Dalla visita al set dell’Alcazar alla nomina a Sottosegretario, dai primi comizi alla teoria evolutiva della censura (che marcia passo a passo con la ricostruzione del paese), dalle foglie di fico della Incom al finale di Totò e i re di Roma, da Papa Pio XII e la beatificazione di Maria Goretti al Centro Cattolico Cinematografico, dalla legge sul cinema del 1949 a Umberto D. e le sue polemiche, da Le diable au corps alle doppie versioni; da Ultimo tango a Parigi a un provvisorio finale telefonico con Dino Risi, in occasione del 60° anniversario della sua nomina a Sottosegretario.
Emerge l’impegno nel ricostruire e dare impulso ad un’industria che faccia riscoprire al pubblico anche il gusto del sorriso, la speranza del lieto fine. E la sua autentica passione per il cinema di ex ragazzo povero, con il piacere di uno sguardo preciso, e insieme allusivo.