Documentari

5 Settembre 2014

Me ne frego! Il fascismo e la lingua italiana

Una linguista e un regista, Valeria Della Valle e Vanni Gandolfo, narrano un’avventura poco conosciuta: il tentativo del fascismo di creare una lingua unica, un “italiano nuovo” adeguato ai dogmi dell

Quando mi è stato proposto di realizzare un film sulla politica linguistica del fascismo ho pensato che fosse un argomento inedito molto interessante e insieme alla linguista Valeria Della Valle, ho cominciato a pensare a come renderlo visivo”, spiega Vanni Gandolfo, regista di Me ne frego!, uno dei tre “punti Luce” accesi  a Venezia per celebrare i 90 anni dell’Istituto Luce.  “L’Italia della Marcia su Roma è un paese povero e ignorante che parla una miriade di dialetti e Me ne frego! parla di questo, di un esperimento di manipolazione messo in atto per uniformare la lingua degli italiani, dimenticandosi che la lingua delle persone non è una divisa che si indossa”.
 

Il documentario, realizzato con i materiali dell’Archivio Luce, narra un’avventura poco conosciuta: il tentativo del fascismo di creare una lingua unica, un “italiano nuovo” adeguato ai dogmi della dittatura. Tra neologismi, indottrinamento scolastico e repressione delle diversità. Un insieme di voci, propaganda e citazioni da testi d’epoca, che raccontano la follia e l’inevitabile disfatta, attraverso le parole del duce, l’indottrinamento dell’infanzia, la repressione di tutto ciò che era diverso rispetto all’ideale dell’italiano nuovo che doveva adeguarsi al dogma di “credere, obbedire, combattere”. 

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