9 Gennaio 2015
“Tutto ciò che mi resta”, il miracolo della musica composta nei lager
Istituto Luce-Cinecittà partner delll'evento musicale all'Auditorium di Roma per il Giorno della memoria, che racconta il miracolo della musica composta nei lager
Istituto Luce Cinecittà è partner dell’evento musicale ‘Tutto ciò che mi resta’, concerto per il Giorno della memoria che racconta il miracolo della musica composta nei lager, il 26 gennaio all’Auditorium di Roma alle 21:00. Un concerto straordinario dedicato al ricordo dei settant’anni dalla liberazione di Auschwitz. La serata è organizzata da Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese e dalla Fondazione Musica per Roma in coproduzione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Le partiture musicali recuperate e archiviate da Francesco Lotoro – testi e musiche composte da musicisti prigionieri nei lager nazisti – verranno interpretate da un cast di grandi artisti internazionali. Marco Baliani racconterà le incredibili storie legate a queste opere, realizzate da insigni compositori la cui carriera fu precocemente stroncata dalla barbarie nazista. Durante il concerto saranno proiettate in anteprima alcune immagini del film Il Maestro sul lavoro di Francesco Lotoro. L’artista Mimmo Paladino ha realizzato per il concerto sette disegni che saranno riprodotti nella campagna promozionale.
L’evento è a ingresso gratuito e i biglietti saranno distribuiti presso l’Info Point dell’Auditorium a partire dal 18 gennaio, fino ad esaurimento dei posti.
Istituto Luce Cinecittà sostiene anche il progetto internazionale Last Musik, legato al lavoro del maestro Francesco Lotoro di ricerca e ripristino degli spartiti.La corsa contro il tempo di Lotoro per recuperare “ciò che ancora ci resta” di questa sconvolgente pagina di storia. Più ragioni rendono questa partecipazione naturale, e sentita; tutte rimandano alla memoria, e al senso profondo che le assegniamo. L’esperienza e il lavoro quotidiano dell’Istituto Luce e del suo grande Archivio Storico ci dicono che la grandezza e utilità di un patrimonio di memorie non stanno tanto, o solo, nel numero dei documenti che conserva, per quanto vasto sia; o nel fissare un momento storico, un fatto, degli atti; un archivio si fa grande e vitale quando si rende disponibile alla costruzione di un futuro, a prospettare scenari nuovi partendo dalla lettura e interpretazione del nostro passato. Il lavoro di Francesco Lotoro, insieme minuzioso ed epico, ci rimanda a questa idea. Le musiche che ci vengono restituite non fissano soltanto il dramma della Storia. Sono note, melodie, che hanno raggiunto un futuro cui non erano destinate: hanno superato la loro Storia. Arrivate a noi ci consegnano, insieme alla memoria dell’oppressione di uomini, la quintessenza dell’espressione umana: l’Arte. Tutto questo per mezzo di un piccolo, immenso archivio. Di questo progetto ci affascina inoltre l’approccio multimediale, l’unire musica, cinema, Storia, percorsi comunicativi differenti. E il legare nell’incredibile esperienza del Maestro Lotoro diversi Paesi, persone distanti. Questo fa, una memoria viva: legare uomini anche distanti grazie a un racconto, e mandare dal passato un messaggio, una mappa alle generazioni future.