30 Settembre 2016
Santi, scandali e follie. Luce Cinecittà alla Festa di Roma
Istituto Luce Cinecittà è presente alla Festa di Roma con 6 titoli, prodotti o coprodotti, di cui è distributore: L’arma più forte. L’uomo che inventò Cinecittà di Vanni Gandolfo, Lascia stare i santi
Luce Cinecittà è presente alla Festa di Roma con 6 titoli, prodotti o coprodotti, di cui è distributore: L’arma più forte. L’uomo che inventò Cinecittà di Vanni Gandolfo, Lascia stare i santi di Gianfranco Pannone, Le scandalose-Women in Crime di Gianfranco Giagni, Crazy for Football di Volfango De Biasi, Cinque mondi di Giancarlo Soldi, tutti nella sezione Riflessi, e l’omaggio a Gian Luigi Rondi e per i 60 anni dei David di Donatello 60 ieri oggi domani di Giorgio Treves. C’è anche Queimada di Gillo Pontecorvo (1969) nella versione restaurata insieme a CSC-Cineteca Nazionale e Cineteca di Bologna.
L’arma più forte. L’uomo che inventò Cinecittà di Vanni Gandolfo, da un’idea di Valeria della Valle. Il documentario rievoca la vita di Luigi Freddi, direttore della cinematografia dal 1934 al 1939, e il suo ambizioso progetto di far nascere una città del cinema. Con la voce di Diego Abatantuono, Freddi ci racconta la storia della propria vita, i rapporti col duce, la volontà di fare piazza pulita del vecchio cinema e di organizzare una vera e propria politica cinematografica di stato.
Lascia stare i santi di Gianfranco Pannone, con le voci di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, è un viaggio in Italia lungo un secolo nella devozione religiosa popolare, grazie al prezioso repertorio dell’Archivio Luce. Un viaggio che trova la sua massima espressione nel canto, nella musica e i suoni proposti in questo film da Ambrogio Sparagna ne sono un’evidente testimonianza.
Le scandalose-Women in Crime di Gianfranco Giagni, con le voci di Sonia Bergamasco e Claudio Santamaria sono donne che uccidono per follia, gelosia, disperazione, vendetta, soldi. Accompagnate dagli articoli d’epoca di Dino Buzzati, Tommaso Besozzi, Vitaliano Brancati, Camilla Cederna, Hans Magnus Enzensberger, le assassine più famose dell’epoca si confessano. Da Leonarda Cianciulli, ‘la saponificatrice’ a Rina Fort, dalle sorelle Lidia e Franca Cataldi, alla contessa Pia Bellentani, a Pupetta Maresca, fino a Doretta Graneris.
Crazy for Football, documentario pop sulla terapia col pallone di Volfango De Biasi, ha per protagonisti 12 pazienti psichiatrici, uno psichiatra come direttore sportivo, un pugile ex campione del mondo come preparatore atletico. Le storie dei ragazzi, la lotta contro l’emarginazione sociale e il lavoro degli psichiatri, sono raccontati attraverso il tentativo della squadra italiana di vincere la coppa del mondo di calcio contro i temutissimi rivali giapponesi.
Cinque mondi di Giancarlo Soldi con Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore. I nostri cinque premi Oscar ci raccontano di quale cinema si sono nutriti, il cinema italiano che hanno visto nella loro giovinezza e che ha in qualche modo influenzato il loro immaginario. Il regista Giancarlo Soldi ha scelto di non riproporre le scene dei film citati ma di raccontarli da dietro le quinte, nei backstage.
60 ieri oggi domani di Giorgio Treves ricorda Gian Luigi Rondi e celebra i 60 anni di vita del Premio David di Donatello, una lunga storia di famosi attori e registi premiati, di film di grande successo popolare e di opere di qualità che hanno segnato l’identità del cinema italiano. Un viaggio nella nostra creatività cinematografica che rivive attraverso film, repertori, testimonianze e i ricordi di tanti suoi protagonisti: dal suo animatore Gian Luigi Rondi a Tornatore, da Moretti ai fratelli Taviani, dalla Lollobrigida alla Buy, alla Bruni Tedeschi, a Morricone, Storaro, ai più giovani Mainetti, Munzi, Alice Rohrwacher, Costanzo, Garrone, alla von Trotta e tanti altri.
Queimada di Gillo Pontecorvo atto d’accusa nei confronti del colonialismo con protagonista Marlon Brando, è stato sottoposto a un restauro digitale 4K, realizzato presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna, con la supervisione di Marco Pontecorvo, a partire dall’interpositivo scena e dal negativo colonna.