7 Ottobre 2016
Approvato il ddl cinema in Senato
Il Senato ha approvato il ddl sul cinema che passa ora all'esame della Camera. "I 400 milioni di cui parliamo - ha spiegato il ministro Franceschini - potranno essere di più perché sono ancorati all'1
Il Senato ha approvato il ddl sul cinema con 145 voti a favore, 6 contrari e 30 astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. “Un grande risultato l’approvazione a larga maggioranza del ddl cinema al Senato”. Lo sottolinea il ministro della cultura Dario Franceschini che ribadisce la sua soddisfazione per l’ok al provvedimento. “Grazie alle relatrice, alla maggioranza e anche alle opposizioni per il loro lavoro costruttivo e l’atteggiamento sul voto finale. Un provvedimento molto atteso che ora passa alla Camera e che rafforza notevolmente l’investimento dello Stato in un settore così strategico e introduce meccanismi chiari di attribuzione degli incentivi”. Dal ministro della cultura anche un annuncio: “Sabato pomeriggio, alle sei, a Firenze, il presidente del consiglio Matteo Renzi illustrerà tutti i contenuti del provvedimento e quanto fatto dal governo negli ultimi 2 anni per il cinema italiani”.
“E’ una legge che consentirà ai tanti Nuovi Cinema Paradiso di riaprire i battenti, grazie ad un piano di 100 milioni in cinque anni riservato al restauro o alla creazione di nuove sale”, ha detto il senatore Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama, intervenendo in aula per dichiarare il voto favorevole del gruppo Pd al disegno di legge. “Con questo provvedimento – ha sottolineato il parlamentare – si rilancia uno dei settori più dinamici della nostra industria culturale: quello del cinema. Basta guardare le cifre: 400 milioni annui sul Fondo Unico, 200 in più rispetto al passato, 110 milioni in più per il tax credit, 10 milioni per la digitalizzazione del patrimonio filmico, 100 milioni per le nuove sale”. “Altro elemento da salutare con soddisfazione – ha concluso Marcucci – è la percentuale del Fondo dedicata alle opere prime e seconde, ovvero circa 70 milioni per incentivare giovani talenti. Il Senato ed il ministro Franceschini hanno fatto un buon lavoro a sostegno del nostro cinema”.
“Questa legge è attesa da molti anni, da qualche decennio dal mondo del cinema. La risposta che il Senato e spero presto tutto il parlamento potrà dare è una risposta che non aumenta solo le risorse ma che introduce nel nostro ordinamento un ancoraggio preciso”. Lo ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini intervenendo in Aula al Senato prima del voto finale al ddl cinema. Il ministro ha ringraziato “tutti quelli che hanno collaborato al percorso legislativo del ddl”, in particolare le opposizioni “che hanno dimostrato come su alcuni argomenti ci sono terreni comuni”.
“I 400 milioni di cui parliamo – ha poi spiegato – potranno essere di più perché sono ancorati all’11% delle Ires e Iva che devono versare le imprese che si occupano a vario titolo di contenuti e contenitori”. Franceschini ha inoltre aggiunto che finisce la discrezionalità del contributo perché diventa “tutto automatico ad eccezione di una quota importante che ha valore assoluto maggiore di quanto viene destinato oggi (dal 15% al 18%) per le opere prime per i giovani autori”. “Spero – ha affermato – che nella Legge di stabilità si possa fare in modo che alcune spese fisse dello Stato possano trovare un finanziamento in un capitolo ad hoc che di conseguenza facciano aumentare questa quota discrezionale di contributi selettivi. Poi ci sono le sale, ci sono gli interventi importanti per la scuola, scompare la censura. Mi pare – ha concluso – un grande passo avanti e di questo ringrazio di cuore il Senato”.
ANICA esprime grandissima soddisfazione per il voto in Senato sul disegno di legge di riforma del sistema cinematografico e audiovisivo. “La discussione articolata ed esaustiva e il voto favorevole a così ampia maggioranza indicano quanto il settore sia considerato centrale e strategico per il Paese da tutte le forze politiche. Una coesione di intenti e di obiettivi che l’industria apprezza e che fa propria, confidando in una rapida conversione del testo in Legge”.
”Finalmente una legge di sistema per il cinema – commenta il produttore di Cattleya Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica – Questa è una vera riforma, visionaria e che guarda avanti, niente a che vedere con i provvedimenti fatti fin qui sul settore che servivano solo all’attribuzione di fondi senza essere capaci di guardare al di là del contingente. Certo – conclude Tozzi – ora aspettiamo l’attuazione con i decreti quanto prima”.
Apprezzamenti anche da parte dell’AGIS: “Un passo importante – ha dichiarato il presidente Carlo Fontana – che dimostra ancora una volta una ritrovata attenzione per la cultura, il cinema e lo spettacolo dal vivo che, proprio dato lo stralcio approvato ieri, diventerà un autonomo disegno di legge collegato alla legge di stabilità che spero abbia anch’esso una veloce approvazione per rispondere alle esigenze di un settore troppo spesso dimenticato. Questo risultato è dovuto alla caparbietà del Ministro Franceschini ed al lavoro serio e meticoloso della relatrice Sen. Di Giorgi”.
A esprimere soddisfazione è anche l’ANEC, che già punta l’attenzione sul lavoro fondamentale per i decreti attuativi. Per il presidente Luigi Cuciniello “Si chiude un iter positivo e si apre la fase che porterà ai decreti attuativi, dai quali dipenderà il raggiungimento o meno degli obiettivi per cui è nata la nuova normativa. Grazie alla senatrice Di Giorgi e al Ministro Franceschini, adesso occorre lavorare uniti per il buon funzionamento di tutto il cinema italiano”.
Domenico Dinoia, presidente FICE, mette in luce l’apprezzamento della Federazione “per il giusto ruolo assegnato ai film e alle sale d’essai, strumento di conoscenza e promozione del cinema di qualità anche in funzione della formazione di un nuovo pubblico”.
L’Associazione degli autori cinematografici-Anac esprime riserve sul ddl cinema approvato in Senato e auspica che “anche nel dibattito alla Camera siano inseriti correttivi”. Il Ddl, scrive l’associazione in una nota, “è passato al Senato non nei termini che l’Anac si attendeva di un ponderato riequilibrio tra i sostegni al cinema italiano d’intrattenimento (quello che porta incassi al box office) e quello di qualità che garantisce l’effettivo rinnovamento dei linguaggi e la diversità delle storie. Nella sostanza quelle che trarranno maggiori benefici dall’attuale disposto di legge in itinere saranno le grandi imprese rispetto le piccole e medie”.
Nell’intervento al Senato, ricorda però l’associazione, il ministro Franceschini “ha indirettamente risposto all’Anac che, nell’incontro di due giorni fa al MiBACT, aveva ribadito con forza la necessità di rendere effettiva la quota del 18% del fondo destinata alla produzione, distribuzione e alla diffusione nelle sale del cinema d’essai italiano eliminando dal “plafond” i costi di gestione dell’Istituto Luce, del Centro Sperimentale di Cinematografia, della Biennale di Venezia, ai sensi dell’art. 25, che in pratica riducono i contributi selettivi a circa l’8%”.
Nell’aula del Senato, riferisce sempre l’Anac, Franceschini, “rispondendo ad alcune richieste che sono state fatte”, ha preso l’impegno di lavorare sulla prossima legge di stabilità per far trasferire i suddetti costi direttamente sul bilancio generale del MiBACT. L’Anac, in ogni caso, auspica che nel dibattito alla Camera siano anche inseriti dei correttivi che evitino un utilizzo indiscriminato del credito d’imposta da parte delle produzioni audiovisive, che sia escluso ogni rischio di commistione con le produzioni del cosiddetto “intrattenimento”, nonché venga posta una limitazione all’ammontare del credito d’imposta destinato alle produzioni straniere. Infine l’appello “all’unità degli autori e agli altri operatori del settore che hanno a cuore l’arte cinematografica per l’importante e delicata fase della stesura dei decreti attuativi che si aprirà nell’immediato futuro”.
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