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17 Novembre 2016

Il cinema italiano è a Hollywood con Rosi

Gianfranco Rosi è appena tornato da New York dove una proiezione speciale di Fuocoammare ha avuto ancora una volta, dopo Berlino, una ‘madrina’ eccezionale come Meryl Streep e qui a Hollywood si è pre

LOS ANGELES – “La candidatura agli Oscar®? “E’ una vera maratona ma non pensavo che mi avrebbe dato tante emozioni”, racconta Gianfranco Rosi parlando, a Los Angeles, di Fuocoammare. E’ appena tornato da New York  dove una proiezione speciale del suo film ha avuto ancora una volta, dopo Berlino, una ‘madrina’ eccezionale come Meryl Streep e qui a Hollywood dove votano molti membri dell’Academy ha dalla sua tanti amici americani, come Andy Garcia, particolarmente curiosi di vedere il suo film. 

Alla stampa di Hollywood si è presentato, intanto, insieme ai registi arrivati dall’Italia per la 12/ma edizione di Cinema Italian Style e la ‘prima’ sul red carpet dell’Egyptian Theatre, che proprio oggi ospita la grande serata di Fuocoammare. Ad applaudirlo è pronta una delegazione di supporter anche istituzionali nella quale spiccano, con Roberto Cicutto, presidente e AD di Luce Cinecittà, anche Salvo Nastasi, Paolo Del Brocco, Roberto Stabile dell’Anica, Matilde Bernabei della Lux, tutti impegnati a Los Angeles in questi giorni anche nella promozione del territorio e delle professionalità del cinema italiano, da qualche settimana più forte grazie alla nuova legge di sistema.

Da ormai un mese Rosi è negli Stati Uniti per promuovere Fuocoammare candidato dall’Italia nella categoria riservata al miglior film in lingua originale ed è in prima linea nella maratona scattata il giorno stesso della designazione, ma non solo. “Qui ho vissuto, inevitabilmente, anche la campagna elettorale delle presidenziali – racconta – e dopo le elezioni si parla ormai di costruire muri invece di aiutare gli immigrati. Ecco perché spero proprio che, indipendentemente da come andrà con gli Oscar®, questo piccolo film aiuti almeno a creare una consapevolezza diversa e apra un piccolo varco nell’indifferenza del mondo”.

Alla conferenza stampa che apre la manifestazione promossa da Luce Cinecittà con American Cinematheque, eccolo accanto ad Alberto Barbera, il direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che è arrivato dall’Italia proprio per intervistarlo dopo la proiezione di stasera. E i giornalisti lo applaudono insieme alla ‘meglio gioventù’ del cinema italiano di questa stagione: Gabriele Mainetti, Claudio Giovannesi, Edoardo De Angelis, Gabriele Muccino, il più giovane Francesco Carrozzini (suo il documentario Franca sulla Sozzani) e Kasia Smutniak, unica attrice tra i registi che ‘scortano’ i loro film programmati da domani al cinema Aero di Santa Monica. 

“E’ un viaggio lungo – dice Rosi – e lo affronto giorno per giorno”. Anche scaramanticamente niente previsioni, dunque, anche se il clima di Cinema Italian Style, tra i registi in delegazione quest’anno è decisamente entusiasta, a dispetto degli incassi che in questo momento non aiutano ‘in casa’ i film italiani. “Il cinema italiano di oggi? Vive una sfida interessante. Ed è anche una responsabilità”, dice Edoardo De Angelis a Los Angeles con Indivisibili  “La responsabilità di fare cinema, che è un prezzo da pagare, perché il pubblico ci segue, incassi o no ascolta quello che diciamo”. Lo pensa anche Gabriele Mainetti, regista di Lo chiamavano Jeeg Robot: “Solo dieci anni fa era difficile che i film italiani girassero così tanto, anche solo nelle rassegne, fuori d’Italia, ora invece andiamo ovunque e soprattutto i giovani stanno provando a muoversi sempre di più”. Insomma, almeno all’estero siamo sulla strada giusta? Claudio Giovannesi a Cinema Italian Style con Fiore: “Sono orgoglioso di essere qui con Rosi e felice di essere accanto a tanti miei colleghi. Stiamo ricominciando un po’ tutti dalla sintonia tra noi, mi pare. Ma anche dalla realtà. E, se ci pensiamo, proprio il cinema della realtà è qualcosa che accomuna molti dei film che sono in rassegna anche qui a Los Angeles”.

Anche Kasia Smutniak, interprete di Perfetti sconosciuti, è convinta che il cinema italiano funzioni se le idee sono buone proprio perché racconta la realtà in cui viviamo quotidianamente. Infine Gabriele Muccino: “Oggi guardo il cinema italiano da qui, ma mi sento più vicino. Con L’estate addosso, selezionato tra i titoli di Cinema Italian Style, per esempio, mi sono reso conto personalmente che avevo bisogno di aria fresca, magari con un film che rompesse la mia linea drammatica. Ho ricominciato da un gruppo di ragazzi molto più giovani di me e mi sono messo, come si dice qui, ‘nelle loro scarpe’. L’estate addosso è stato il mio modo di portare il loro viaggio sullo schermo, è uscito in sala ma soprattutto è su Netflix con una distribuzione a livello mondiale. Ora posso tornare di nuovo ai miei film drammatici”. Forse anche in Italia? 

( Laura Delli Colli)


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