Documentari

14 Giugno 2017

Globo d’oro al doc sull’attentato mancato ai dittatori

'L’uomo che non cambiò la storia' di Enrico Caria miglior documentario ai Globi d’Oro “per aver saputo ricostruire con immagini di archivio un piccolo capitolo della grande storia"

Va a L’uomo che non cambiò la storia di Enrico Caria, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà, il Globo d’Oro 2017 come miglior documentario. Il riconoscimento, assegnato  dalla stampa estera in Italia, è stato attribuito in un anno speciale in cui nella cinquina di finalisti figuravano eccezionalmente dieci titoli, vista la grande crescita e qualità espressa dal genere in Italia. Questa la motivazione annunciata dalla giuria composta da 33 giornalisti stranieri: “Per aver saputo ricostruire con immagini di archivio un piccolo capitolo della grande storia, adattandolo liberamente per esaltarne la suspense e con una straordinaria capacità di sintesi”. 

L’uomo che non cambiò la storia è uscito lo scorso 11 maggio nelle sale italiane, dopo essere stato applaudito all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. La sceneggiatura è liberamente tratta ‘Hitler e Mussolini. 1938 Il viaggio del Führer in Italia’ di Ranuccio Bianchi Bandinelli (capitolo fulminante del volume “Dal Diario di un borghese”), che sarà rieditato da Istituto Luce Cinecittà nel cofanetto dvd del film, in una pubblicazione di imminente uscita ricca di contenuti extra. Il film racconta la storia vera, straordinaria ed esemplare di Ranuccio Bianchi Bandinelli, il principe dell’archeologia italiana, di una visita guidata, e del più clamoroso attentato mai immaginato nella storia del Novecento: quello contro Hitler e Mussolini, riuniti nel celebre viaggio del Fürher in Italia nel 1938, in cui il professore archeologo fece da cicerone per le bellezze artistiche del Paese, e da segreto, impossibile tirannicida. Una brillante parabola politica e satirica, e una lezione di stile, in cui come la storia ci ricorda i dittatori non morirono, ma la lezione di cultura e senso critico di Bianchi Bandinelli straordinariamente sopravvive. 
  
Oltre allo straordinario materiale dell’Archivio storico Luce, il film, con il montaggio di Fabrizio Campioni e motion design di Sergio Gazzo, si avvale, tra l’altro, della consulenza musicale di Pivio, delle musiche dello stesso e di Aldo De Scalzi, e di Daniele Sepe, Stefania Graziani, Tony Carnevale: nomi importanti per un intreccio raro di world music, hard rock e pezzi per piano solo. E sorprendenti sono gli inserti da graphic novel, a complemento di dove non poteva arrivare l’archivio, con le illustrazioni di Spartaco Ripa.


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