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4 Luglio 2017

L’uomo che non cambiò la storia all’Isola del Cinema

Appuntamento a Roma, mercoledì 5 luglio, con il documentario di Enrico Caria, vincitore del Globo d’Oro del 2017. La proiezione alle 22.00 sarà introdotta dal regista

Appuntamento a Roma domani sera, mercoledì 5 luglio all’Isola del Cinema con il film vincitore del Globo d’Oro conferito dalla Stampa Estera, per il Miglior documentario del 2017: L’uomo che non cambiò la storia, di Enrico Caria, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, già applaudito all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, e all’estero in Francia, Regno Unito e Brasile.
La proiezione, introdotta dallo stesso regista, è alle 22.00 in sala Cinelab (ingresso euro 4).
Il film di Caria, un raro, irresistibile ‘docu-noir’, racconta la storia vera, straordinaria ed esemplare di Ranuccio Bianchi Bandinelli, il principe dell’archeologia italiana, di una visita guidata, e del più clamoroso attentato mai immaginato nella storia del Novecento: quello contro Hitler e Mussolini, riuniti nel celebre viaggio del Fürher in Italia nel 1938, in cui il professore archeologo fece da cicerone per le bellezze artistiche del Paese, e da segreto, impossibile tirannicida.
Una brillante parabola politica e satirica, e una lezione di stile, in cui come la Storia ci ricorda i dittatori non morirono, ma la lezione di cultura e senso critico di Bianchi Bandinelli straordinariamente sopravvive.

La sceneggiatura è liberamente tratta dal quel piccolo gioiello diaristico che è “Hitler e Mussolini. 1938 Il viaggio del Führer in Italia” di Ranuccio Bianchi Bandinelli (capitolo fulminante del volume “Dal Diario di un borghese”). Oltre allo straordinario materiale dell’Archivio storico Luce, il film si avvale della consulenza musicale di Pivio, delle musiche dello stesso e di Aldo De Scalzi, e di Daniele Sepe, Stefania Graziani, Tony Carnevale; nomi importanti per un intreccio raro di world music, hard rock e pezzi per piano solo.
E sorprendenti sono gli inserti da graphic novel, a complemento di dove non poteva arrivare l’archivio, con le illustrazioni di Spartaco Ripa.


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