20 Settembre 2017
Prorogata la mostra ‘Primi Piani’ di Pino Settanni
Prorogata al 29 ottobre la mostra fotografica dedicata a Pino Settanni, al Teatro dei Dioscuri di Roma, che omaggia la sua opera più nota e inimitabile: quella di ritrattista delle stelle, delle icone
Prorogata al 29 ottobre la mostra PRIMI PIANI – Le icone del cinema italiano fotografate da Pino Settanni, un’esposizione a ingresso gratuito inaugurata a fine luglio al Teatro dei Dioscuri al Quirinale di Roma (via Piacenza, 1), che omaggia il genio fotografico e l’opera più nota e inimitabile di Pino Settanni: quella di ritrattista delle stelle, delle icone, dei protagonisti del cinema italiano. Promossa e organizzata da Istituto Luce Cinecittà, la mostra è il racconto in oltre 50 grandi ritratti, del fascino, del segreto, dei successi di una stagione straordinaria del nostro cinema, in significativa coincidenza con gli 80 anni festeggiati quest’anno da Cinecittà. L’esposizione riunisce i più celebri scatti di attrici, attori, divi, registi, immagini note e presenti nella memoria di appassionati, e altre meno conosciute e assolute scoperte per tutti gli amanti della settima arte, dedicate a personaggi amatissimi, parte della memoria collettiva e del nostro immaginario. Un corpus dalla tecnica riconoscibile, icastica, di formidabile semplicità comunicativa. Un marchio di fabbrica: un’opera al nero, quello di tutti i fondali in cui Settanni ospita i suoi soggetti (spesso amici del fotografo) accompagnati da un oggetto-simbolo elettivo, scelto dagli stessi protagonisti.
Opere al nero, ma da cui far esplodere un mondo di colori. Con una chiaroveggenza psicologica per cui i registi e attori dentro l’obiettivo di Settanni, risultano sempre decisamente se stessi, anche se in pose e panni inattesi. Di tutti loro si può dire che Settanni crea un personaggio, per farne emergere la persona. Allora si troverà Federico Fellini in una deflagrazione di matite, il mitico Monicelli in veste di ‘monaco’, Mastroianni scolpito in un remake a colori e maturo de La dolce vita sulla spiaggia, Monica Vitti ipnotica dietro un uovo di struzzo, una estatica Ornella Muti, Robert Mitchum e Sergio Leone scolpiti come nei piani ravvicinati dei loro film. E ancora Mariangela Melato, i Taviani, Dario Argento inquietante, empatico, un Lino Banfi e una Edwige Fenech come mai li si è visti, Massimo Troisi eternato nella sua sensibilità, accanto all’affabile divismo della Loren, di Nino Manfredi. E tanti altri. Compaiono le familiari ‘sciarpe rosse’, uno degli oggetti feticcio dello stesso Settanni, che le presta ai compagni di viaggio come un filo a unirne gli sguardi, e che avvolgono Carlo Verdone, Pupi Avati, Lina Wertmuller, Franco Nero. Una vera festa del fascino, della complicità, della sensualità del cinema. Non è stato regista Settanni, ma in queste foto non si riesce a non pensarlo tale, e i suoi soggetti ne ricevono inquadrature icastiche come nei loro film. Ed esposte nella mostra, le loro immagini diventano fotogrammi in movimento di un film: quello di un irripetibile cinema italiano. Di cui se si vuole, Settanni è stato non solo eccelso direttore della fotografia. Ma un compagno di strada che con la sintesi e la magia del suo mestiere ha messo in scena un magnifico intreccio, e un cast di stelle.
All’ingresso dell’esposizione, ad accogliere il visitatore prima del percorso di immagini, un curioso omaggio audio, quasi un’introduzione al percorso: le registrazioni sonore di Federico Fellini, Mario Monicelli e Sergio Leone, che raccontano il loro rapporto con Cinecittà, e una loro idea del lavoro nella Fabbrica dei Sogni. A conferma di una mostra che rappresenta un’ideale conversazione tra il fotografo Settanni e il grande schermo. Inoltre la mostra è impreziosita da uno speciale video installato su schermo, per la cura di Roland Sejko, che con le immagini del grande Archivio Luce ripercorre i primi 80 anni di Cinecittà: i suoi Teatri, i set, i divi. Una panoramica di un secolo di immagini e sogni.
Le immagini di questa mostra provengono tutte dal Fondo fotografico Pino Settanni, che l’Archivio Luce ha acquisito nel 2015: un tesoro di oltre 60.000 scatti, di cui il Luce va completando digitalizzazione e catalogazione, e organizzando eventi espositivi per diffondere l’opera di questo grande, tra fotografia, realtà, e cinema.