28 Maggio 2018
Biografilm: come la pittura italiana si salvò dalla guerra e dai nazisti
Luce Cinecittà al festival bolognese con tre documentari coprodotti e distribuiti: Nel nome di Antea di Massimo Martella, li ultimi butteri di Walter Bencini e Il toro del Pallonetto di Luigi Barletta
Luce Cinecittà è presente al Biografilm Festival – a Bologna dal 14 al 21 giugno – oltre che con una masterclass sull’Archivio Luce e i documentari (15 giugno) tenuta da Roberto Cicutto, presidente Istituto Luce Cinecittà, e Roland Sejko, direttore Redazione Archivio storico Luce, con tre titoli coprodotti e distribuiti: Nel nome di Antea di Massimo Martella che accompagnerà una masterclass del regista, Gli ultimi butteri (in concorso nella sezione Biografilm Italia, 18 giugno) film documentario di Walter Bencini, Il toro del Pallonetto (nella sezione Storie italiane, 16 giugno) di Luigi Barletta.
Nel nome di Antea narra come due famosi ritratti della pittura italiana, e con loro migliaia di altri capolavori, uscirono indenni dalla Seconda Guerra Mondiale. Fare la guerra in Italia era come combattere in “un maledetto museo”, diceva il generale Clark. Il salvataggio fu messo in atto da un pugno di giovani funzionari italiani delle Belle Arti, rimasti nell’ombra fino a pochi anni or sono. All’inizio protessero le opere dai bombardamenti nascondendole in luoghi sicuri, distanti dalle città in cui la guerra seminava morte e distruzione; poi, dopo l’armistizio, a rischio della propria vita cercarono di metterle al riparo dall’avanzare della linea del fronte e da possibili razzie.
Il documentario racconta di Pasquale Rotondi, che in due rifugi nelle Marche mise in salvo migliaia di opere del Nord Italia; di funzionari ministeriali come Lavagnino, Argan, Lazzari che riuscirono a ricoverarne una parte all’interno del Vaticano; dell’odissea delle opere d’arte napoletane, portate via da Montecassino dove erano nascoste poco prima che l’abbazia venisse rasa al suolo; dei capolavori dei musei fiorentini, trafugati dai nazisti e recuperati prima che passassero il confine; di due giovani studiose, Palma Bucarelli e Fernanda Wittgens, che unendo competenza e sprezzo del pericolo salvarono i capolavori loro affidati; infine, dei tentativi di restaurare ciò che sembrava irrimediabilmente perduto.
Gli ultimi butteri film documentario di Walter Bencini, distribuito dal 21 giugno in tour, ci racconta storie di uomini resistenti per un futuro sostenibile. Ad Alberese, nella Maremma toscana, sono rimasti gli ultimi butteri, uomini eroici che praticano ancora l’allevamento allo stato brado di bovini. Due giovani entrano nel gruppo per imparare questo mestiere, duro e per pochi. Solo uno di loro ce la farà. Il futuro di questo mondo antico è nelle loro mani. Gli ultimi butteri ci introduce nelle esistenze e nel quotidiano di questi uomini che si portano addosso “l’aria” del territorio che li ha visti crescere. “Nell’ambito di una crisi economica senza precedenti in cui – dice il regista – il sistema di produzione industriale di carne ha fallito in pieno e, sempre di più, cresce l’influenza e la popolarità di movimenti animalisti radicali, diventa essenziale mettere in luce e promuovere dei modelli di produzione alimentare alternativi. La comunità de Gli ultimi butteri ne è un fulgido esempio”. Nella storia produttiva de Gli ultimi butteri va segnalato il premio vinto come ‘Miglior Progetto Documentario’ Pitching Forum Visioni Incontra – Festival Visioni dal Mondo 2017
Il toro del Pallonetto di Luigi Barletta racconta la parabola umana e sportiva di un immaginario boxeur, Joe Esposito, utilizzato come pretesto per ripercorrere i più importanti eventi storici del Novecento a Napoli: il fascismo, la Liberazione, l’emigrazione verso l’America, l’invasione sovietica dell’Ungheria, il “laurismo” e il terremoto in Irpinia del 1980. Per il regista “l’intento è stato quello di creare – attraverso la commistione di materiale di repertorio, interviste a personalità note, voce di commento fuori campo e alcune sequenze finzionali – la storia di un personaggio perfettamente credibile, che traesse ispirazione da diverse biografie di pugili. È questa la chiave che abbiamo cercato per trattare avvenimenti storici e problemi sociali con partecipazione emotiva e carica ironica”, conclude Barletta. Il materiale di repertorio dell’Archivio storico Luce ha svolto una funzione precipua nell’attribuire autorevolezza e veridicità alle vicende trattate.