Editoria

23 Agosto 2018

Di che colore è il cinema italiano?

Edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBACT e Anica, il bimestrale ripercorre il passaggio dal bianco e nero al colore nella società italiana

 

Molti ignorano, o non ricordano, che in Italia nella seconda metà del ‘900 c’è stata una vera e propria paura del colore giunta al culmine con il via libera all’introduzione della tv a colori, negli anni ’70. Tanti ritenevano che non fosse solo inutile, ma addirittura scandaloso. Fu l’inizio di una rivoluzione a tinte vivaci che investì e cambiò faccia a tutto: packaging, vestiti, pubblicazioni e, ovviamente, audiovisivo.

È proprio a quel momento di passaggio dalla cromofobia alla cromofilia che dedica la cover del nuovo numero di settembre. Edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBACT e Anica, il bimestrale dedicato a numeri, visioni e prospettive del cinema italiano ripercorre quindi il passaggio dal bianco e nero al colore nella società italiana grazie a Peppino Ortoleva, tra i più autorevoli studiosi dell’universo mediatico contemporaneo, per poi analizzare la fascinazione di molti registi per la saturazione o la desaturazione in opere che vanno da Una giornata particolare di Ettore Scola a Dogman di Matteo Garrone passando per Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni. In mezzo il punto di vista di due tecnici del settore: Walter Arrighetti e Nicola Sganga. Tra gli interventi anche una riflessione teorica della regista Roberta Torre

Indagine sui nuovi modi di proporre e vedere i film nelle sezione Inchieste con il pezzo Nuovi cinema paradiso firmato dal direttore del magazine, Gianni Canova, in cui si fotografa l’inversione di tendenza che vede le sale cinematografiche riaprire cambiando pelle. Tra i Punti di vista quello del produttore Carlo Cresto-Dina che parte dall’incontro avvenuto a Bologna tra Martin Scorsese e i registi italiani Matteo Garrone, Valeria Golino, Alice Rohrwacher e Jonas Carpignano per un affondo sul futuro del cinema.

Il Focus di questo numero 40 è poi dedicato al cinema della Nuova Zelanda dove oltre ai cenni storici e all’analisi sullo sviluppo dell’industria, si dà la parola a Catherine Fitzgerald, produttrice e presidente del New Zeland International Film Festival, mentre stavolta, all’interno della sezione Anniversari, ad essere omaggiato è C’era una volta il West di Sergio Leone, 50 anni dopo l’uscita in sala. Per Innovazioni la rivista propone un’analisi del diverso atteggiamento dei Festival di Cannes e Venezia nei confronti di Netflix.

Come sempre, anche quest’edizione del bimestrale è consultabile nella versione web www.8-mezzo.it dove su di un’unica pagina è possibile curiosare tra le cinque sezioni: homepage, redazione, download del magazine, reprint e contatti. A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e per quella online, è 19Novanta Communication Partners.


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