16 Aprile 2019
Troisi poeta Massimo
Così s’intitola la mostra fotografica e multimediale che, a 25 anni dalla scomparsa, è un viaggio nell’animo del grande artista popolare Al Teatro dei Dioscuri di Roma, 17 aprile/30 giugno
“Troisi poeta Massimo” così s’intitola la mostra fotografica e multimediale che, a 25 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi, è un viaggio nell’animo di un artista popolare nel senso più vero, la cui carriera dura vent’anni, tra una folgorante ascesa teatrale, la fama in tv, e il cinema frequentato da attore, sceneggiatore e regista. L’esposizione a cura di Nevio De Pascalis Marco Dionisi e la supervisione di Stefano Veneruso, nipote di Troisi, è ospitata a ingresso gratuito al Teatro dei Dioscuri al Quirinale di Roma, dal 17 aprile al 30 giugno, ed è organizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecittà con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito, Rai Teche, Cinecittà si Mostra.
Oltre 80 le fotografie esposte provenienti da archivi familiari e di amici e colleghi, dall’Archivio storico Luce, le Teche Rai e l’Archivio Enrico Appetito (con le foto dai set di Mario Tursi), e altri fondi foto-cinematografici. E accanto locandine, documenti e carteggi personali inediti, installazioni audiovisive. Non solo un talento comico straripante e naturale – come ci ricorda l’attore Enzo Decaro, partner teatrale fino allo scioglimento del gruppo La smorfia – ma “alla base di tutti i lavori di Massimo c’era sempre un atto poetico che si esprimeva coerentemente rispetto a ciò che in quel momento faceva, una canzone, uno sketch, in film. Dietro c’era sempre un pensiero preciso di fedeltà a se stesso… un pensiero profondamente coerente in tutto il suo percorso artistico e di vita, come un cerchio, iniziato con la poesia e chiuso con la poesia, forse a un’ottava superiore. Reputo infatti il film (Il postino, ndr.), con cui Massimo ha terminato la sua formidabile passeggiata terrena, un ritorno al punto di partenza, alla poesia come atto profondamente personale e rivoluzionario”.
“Abbiamo voluto dare alla mostra un’impronta pop, molto viva e allegra, il meno possibile nostalgica, riprendendo quella voglia di vivere di Troisi nonostante la malattia – spiegano i curatori Marco Dionisi e Nevio De Pascalis – Il filo conduttore è la scrittura e l’autorialità di un grande artista e ogni sala si apre con le sue parole e riflessioni sull’infanzia, il teatro, il cinema, la televisione”.
Il supervisore della mostra Stefano Veneruso che ha fornito materiali video e documenti inediti ricorda ancora con emozione l’ultimo loro incontro, il giorno finale delle riprese de Il postino a Cinecittà ”in cui Massimo uscendo dal camper per il brindisi finale con la troupe disse ‘Nun ve scurdat’ ‘e me!’. Entrammo in macchina e lui volle fare un giro negli studi. Lì per lì avvertii qualcosa di particolare, perché non era da lui…Lui di solito finiva e voleva andare a casa, anche quando stava bene”.
L’esposizione è suddivisa cronologicamente in cinque ambienti. L’ingresso accoglie il visitatore con una gigantografia di Troisi, opera di Pino Settanni, e un video realizzato dall’Archivio Luce con brani di interviste tratte dal fondo Mario Canale, e momenti di backstage da Il viaggio di Capitan Fracassa di Ettore Scola e de Il postino. La volta del Teatro dei Dioscuri è ricoperta da un patchwork di immagini del mondo di Troisi. Realizzato da Marco Innocenti per Brivido Pop, che riproduce l’effetto di una volta affrescata.
La prima sala racconta l’infanzia e la vita familiare di Massimo con preziose foto inedite familiari. Spicca una lettera manoscritta a 7 anni e le foto della prima bruciante passione: il calcio, cui dovrà rinunciare per la prima comparsa dei problemi al cuore. E poi una serie di dattiloscritti e manoscritti di poesie di Massimo e le foto della prima compagnia teatarle ‘RH negativo’ al Centro Teatro Spazio; l’incontro con Lello Arena e Enzo Decaro. Le foto mostrano in nuce il Troisi che sarà: un anarchico gentile, che irride il mondo circostante ma mette in mostra i seri dubbi su se stesso. La sala procede con i documenti dedicati a La Smorfia, il gruppo Troisi-Arena-Decaro che dal 1977 al 1980 con una comicità dialettale s’impone sulla ribalta nazionale. “Due totem propongono – ricordano i due curatori – le interviste di oggi al nipote e collaboratore Stefano Veneruso, Enzo Decaro, la compagna, amica, co-sceneggiatrice Anna Pavignano, Gianni Minà, Carlo Verdone, Massimo Bonetti, Gaetano Daniele amico d’infanzia e produttore, Renato Scarpa, Massimo Wertmüller, Marco Risi”. Una postazione consente di ascoltare le canzoni composte in gioventù da Enzo Decaro e Troisi, riprese nel disco ‘Poeta Massimo’ da Decaro nel 2008.
La seconda sala ci racconta La Smorfia in TV. Cominciò con ‘Non Stop’ una trasmissione che lanciò nomi come Carlo Verdone e gruppi come I gatti di Vicolo dei Miracoli, i Giancattivi, e continuò con le comparsate, a fianco di amici e colleghi come Renzo Arbore, Gianni Minà, Roberto Benigni, Pippo Baudo. In sala anche il video di ‘Morto Troisi, viva Troisi!’, lo special per la Rai dell’82 diretto da Troisi e anche un’installazione in ologramma, realizzata da Michelangelo Bastiani.
La terza sala ci porta dentro il cinema di impegno civile, ma mai dichiarato, mai esposto di Troisi: foto dei set, locandine, documenti, due touchscreen con interviste ad attori e registi, per ripercorrere, da Ricomincio da tre (1981) a Il postino (1994), la carriera sul grande schermo del “nostro attore dei sentimenti”, come lo definì Ettore Scola. Curiosità c’è anche una lettera dattiloscritta del 1991 in cui un giovane studente di Economia e Commercio, di nome Paolo Sorrentino, chiede a Troisi di potergli fare da aiuto per il prossimo film. Un ultimo spazio è dedicato alla proiezione di parti inedite del backstage che Stefano Veneruso ha realizzato durante le riprese de Il postino che nella mostra viene raccontato anche da un’installazione.
Dal 17 al 28 aprile, sempre al Teatro dei Dioscuri andrà in scena lo spettacolo “Troisi poeta Massimo”, scritto e diretto da Stefano Veneruso. Uno spettacolo sulla vita artistica e privata di Troisi. Poesie inedite, interviste, canzoni e testi autobiografici a fare da trama narrativa.. Lo spettacolo andrà in scena, con ingresso gratuito fino a esaurimento posti, tutti i giorni alle 21, escluso lunedì 22 di chiusura, e il 21 e 25 aprile alle 18.30.
E dal 17 aprile al 30 ottobre, in occasione della mostra dei Dioscuri, Cinecittà si mostra, l’iniziativa espositiva permanente negli Studi di via Tuscolana, ospita Omaggio a Massimo Troisi: un percorso tra filmati, costumi e oggetti di scena originali tratti dai capolavori girati a Cinecittà: Non ci resta che piangere; Il viaggio di Capitan Fracassa e Il postino. L’inedito backstage diretto da Stefano Veneruso sul set de Il postino verrà proiettato per la prima volta nella storica sala di proiezione Visconti. In occasione di questo doppio percorso i visitatori della mostra al Teatro dei Dioscuri potranno ritirare un coupon sconto di 2,00 euro sul biglietto intero di Cinecittà si Mostra con cui sarà possibile accedere agli Studi di Cinecittà, visitare i set e la grande mostra permanente, e il percorso temporaneo Omaggio a Massimo Troisi.
Accompagna la mostra Troisi poeta Massimo un catalogo, edito da Luce-Cinecittà e Edizioni Sabinae, per la cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi. Una parte del ricavato della vendita del volume andrà devoluta all’Associazione Bambini Cardiopatici nel mondo di cui Massimo Troisi era sostenitore.
Foto da Il viaggio di Capitan Fracassa – Archivio Appetito