23 Luglio 2019
Pannone e Caputo alle Giornate degli Autori
Due i titoli targati Istituto Luce Cinecittà a Venezia nell'ambito delle Giornate degli Autori: La legge degli spazi bianchi di Mauro Caputo e Scherza con i fanti, viaggio documentario nella storia m
Due i titoli targati Istituto Luce Cinecittà a Venezia nell’ambito delle Giornate degli Autori: Scherza con i fanti (evento speciale), viaggio documentario nella storia militare italiana firmato da Gianfranco Pannone che torna a collaborare con Ambrogio Sparagna, uno dei più importanti musicisti della musica popolare europea. In selezione ufficiale alle Giornate anche La legge degli spazi bianchi di Mauro Caputo, tratto da un racconto di Giorgio Pressburger che, ancora una volta, torna con la magia del suo pensiero, a indagare i misteri più profondi che da sempre affascinano e spaventano l’uomo.
Dopo il viaggio avventuroso nel mondo della credenza religiosa di Lascia stare i santi, la coppia creativa tra cinema e musica composta da Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna torna a scandagliare un campo vasto ma spesso dimenticato della nostra identità culturale con Scherza con i fanti, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. Chiudendo così un dittico tra cultura, storia, memoria, musica, e vita intima e sociale del Bel Paese. Italiani brava gente? Discutibile. Ma certo il nostro non è mai stato un popolo realmente guerriero, anche perché la millenaria storia del Paese ha visto fin troppe guerre, violenze, invasioni. Partendo da questa particolare condizione storica, Scherza con i fanti vuole essere un viaggio tragicomico nella recente storia d’Italia, e insieme un canto per la pace. Ma soprattutto si propone con un percorso lungo più di cent’anni, dall’Unità d’Italia ad oggi, per scandagliare il difficile, sofferto e anche ironico rapporto del popolo con il mondo militare, e con il potere.
Tutto questo, attraverso alcuni meravigliosi canti popolari, e quattro diari di guerra; quelli di: un soldato lombardo del Regio Esercito di stanza a Pontelandolfo, in Campania, dove fu tra i protagonisti dell’eccidio di civili più cruento all’indomani dell’Unità d’Italia; un autista viterbese del Regio Esercito, che nel 1935 andò a combattere in Etiopia, convinto del primato fascista, e che invece scoprì la realtà dei gas ai danni della popolazione locale. Il terzo diario è quello di una giovane donna borghese, che divenne partigiana sulle montagne tra Parma e La Spezia e che combatté due guerre, la prima contro i nazifascisti e la seconda, forse la più difficile, contro gli uomini. Infine un sergente napoletano della Marina militare, oggi quarantenne, che ha prestato servizio nelle missioni di pace internazionali e che in Kosovo ha scritto un diario ricco di umanità. I diari si intrecciano con i canti e le musiche popolari di gioia e di dolore scelti, e talvolta composti, da un maestro come Ambrogio Sparagna; e con il prezioso repertorio di memoria dell’Archivio storico Luce, che a sua volta si interfaccia con le immagini di oggi, attraverso quel paesaggio italiano nella cui varietà spiccano i sacrari militari e i cimiteri, dove riposano migliaia di soldati italiani e stranieri. Non ultima, la testimonianza di un grande intellettuale, Ferruccio Parazzoli, che il destino ha voluto abitasse su quel Piazzale Loreto da lui “cantato” nei suoi romanzi. E le note della commovente San Lorenzo di Francesco De Gregori, scandita sulle immagini Luce, tra distruzione di una città e immagini di una nuova speranza di ricostruzione e convivenza nella pace.
La legge degli spazi bianchi è la terza avventura filmica di Giorgio Pressburger, uno dei più alti e avventurosi intellettuali europei, insieme al suo giovane sodale nel cinema, Mauro Caputo, che lo ha seguito in due speciali precedenti film, ‘L’orologio di Monaco’ e ‘Il profumo del tempo delle favole’, che sono valsi a Pressburger un inaspettato Nastro d’argento Speciale alla Carriera. Il film arriva, purtroppo, a un anno e mezzo dalla scomparsa di Pressburger, scrittore, traduttore, giornalista, regista teatrale e cinematografico, poliglotta e mediatore culturale come pochi nel nostro tempo, una mente capace di incarnare da sola quell’identità storica e insieme quel continente ideale che chiamiamo ‘mitteleuropa’.
Prodotto da Vox Produzioni, in associazione con Istituto Luce-Cinecittà e in collaborazione con Collective Pictures e A_Lab, il film di Caputo sarà distribuito da Luce-Cinecittà, e prende le mosse da un racconto di Pressburger. Un apologo sulla dimenticanza, che nel film ha il dono di ricordarci vividamente e come molto presente il suo autore. Le parole del racconto sono scandite con una prova avvolgente da Omero Antonutti, mentre il protagonista ha corpo e cuore di Fulvio Falzarano. Le riprese sono intervallate, in contrappunto, da immagini dell’Archivio storico Luce. Con discrezione, Mauro Caputo arrivato alla sua opera terza, ci regala un altro piccolo sorprendente film: ipnotico, magico, commovente senza retorica, dove un calmo fiume di parole diventa una specie di formula per spiegare e calmare le inquietudini di una mente – quella di Pressburger – che sapeva interpretare molto dei nostri pensieri.