16 Ottobre 2019
Onorati & Gargamelli: così abbiamo fatto tornare Kurt
Alla 14ma Festa del Cinema di Roma, in 'Riflessi', passa il doc I wish I was like you, sui Nirvana e la generazione che li ha accompagnati
Alla 14ma Festa del Cinema di Roma, in ‘Riflessi‘, arriva un documentario su una notte memorabile per la musica in Italia, quella del concerto che i Nirvana – il gruppo deponente del Grunge e di una rivoluzione musicale ancora vigente – tennero a Marino, un piccolo comune nella provincia di Roma il 22 febbraio del 1994. I wish I was like you, film documentario di Luca Onorati e Francesco Gargamelli pordotto e distribuito da Luce Cinecittà, è il racconto personalissimo, in bassa fedeltà e alta passione, dei preparativi di una notte, e l’autobiografia – tramite un’attesa e un concerto – di una generazione e di un intero periodo della nostra storia.
Un film comico, ruvido, venato di malinconia e di un fuoco che da 25 anni i protagonisti di quel momento conservano senza farlo esplodere e senza estinguerlo. Una piccola gemma in VHS, un poemetto sulle difficoltà e le piccole magie della gioventù.
“Ci siamo resi conto – dice Onorati – che dato quanto si parla di Kurt Cobain forse anche noi, che abbiamo potuto assistere a quel concerto, avremmo potuto dire qualcosa a riguardo. Ci siamo lanciati pensando a un cortometraggio, solo ed esclusivamente sul concerto. Ragionavamo su dieci, quindici minuti di lunghezza. Ma lavorando il documentario è diventato qualcosa di più ampio, una panoramica sugli anni ’90. Abbiamo fatto un’anteprima ufficiale, preceduta da piccole proiezioni, e il riscontro è stato molto positivo, anche da persone che non conoscevamo”.
“Per me – commenta Gargamelli – è stato diverso. Mi ci sono trovato su, coinvolto da Luca, che mi aveva detto ‘c’è un documentario sui Nirvana in ballo’, ma il doc invece ancora non c’era. Lui lo aveva spacciato per già pronto. Ed è partita la corsa. Sono sempre stato appassionato di audiovisivo, ho studiato doppiaggio e cinema, quindi non ero del tutto impreparato, ma questa è la prima volta che mi applico nella pratica”.
“C’era un memorial su Kurt in fase di organizzazione il 6 aprile, per la ricorrenza della morte – racconta ancora Onorati – e ho detto ai promoter che il doc sarebbe stato pronto per quella data. L’ho fatto appositamente, per costringermi a finirlo. Ci lavoravamo di notte, tre giorni a settimana dalle 22 alle 4 di mattina. Se non hai una scadenza rischi di non farcela”. Il 22 febbraio del 2019, invece, i registi sono riusciti nella titanica impresa di riproiettare sul muro dell’ormai abbandonato Palaghiaccio il concerto intero del 1994. Kurt è apparso di nuovo sul luogo, iconico come una leggenda, evanescente come un fantasma, attraverso la luce di un proiettore.
“Sembrava una grande idea – spiegano ancora i registi – ma ci siamo immediatamente resi conto che autoprodurla sarebbe stato problematico. Abbiamo avuto la fortuna di avere il supporto di Radio Libera Tutti, ai castelli romani. Si sono innamorati dell’idea e hanno preso in carico tutti gli aspetti burocratici della faccenda, sistemandoli in una settimana. Poi c’erano problemi tecnici. Da più vicino di 35 metri non si poteva proiettare, serviva un proiettore enorme. Poi il suono. Ambiente ampio e all’aperto, servivano quasi 2mila Watt di amplificazione. Che ovviamente andava alimentata. Abbiamo chiesto ai locali vicini, ma avevano già i loro concerti e le loro serate da gestire, sarebbe saltato tutto. Quindi abbiamo dovuto affittare il generatore, a spese nostre. E naturalmente il materiale di partenza. Siamo riusciti a ripescare il bootleg originale di quel concerto, una ripresa effettuata senza permesso da uno spettatore, che ci ha lasciato una testimonianza oggi inestimabile. Il ‘nirvanologo’ Riccardo Cogliati ha risposto a una nostra mail al gruppo ‘Nirvana Fans’. Sta scrivendo un libro sulla band da dieci anni, e ha condiviso con noi tutte le informazioni necessarie. Il bootleg girava su Internet ma non sapevamo come risalire al legittimo proprietario, un ragazzo che aveva una trasmissione negli anni ’90, Poco Pop. Ci è stato consegnato il master originale e lo abbiamo acquisito in alta banda. Lo abbiamo restaurato e lavorato ma l’audio era mono. Siamo riusciti a venire a capo della faccenda grazie a una registrazione effettuata dalla trasmissione ‘Planet Rock’, che invece era direttamente da mixer. Così abbiamo mescolato l’audio perfetto di questa registrazione con l’ambiente del bootleg, ottenendo la tipica atmosfera ‘live’ con il rumore del pubblico di sottofondo. Per i diritti abbiamo risolto con la SIAE, e anche questi costi sono stati coperti da Radio Libera Tutti”. Il doc ha un linguaggio nostalgico ma anche divertente e colorato, e comprende una piccola parte realizzata in pixel art. “Abbiamo lavorato molto sulla scrittura – commentano ancora gli autori – sia sui testi che sulla struttura. E’ un metodo in cui crediamo molto. Avevamo scritto il testo sul racconto del concerto, ma non avevamo nessuna immagine. Non eravamo muniti di telecamera nel ’94 e non avevamo un telefonino sempre con noi. Dovevamo trovare una soluzione. Grazie a un amico molto abile, Luigi, che negli anni ’90 era cresciuto con l’Amiga 500, abbiamo risolto anche quella parte. Gli ho mandato il testo e dopo una settimana aveva finito il lavoro, perfetto”. Nessuno immaginava che di lì a breve Cobain si sarebbe suicidato sparandosi un colpo in testa e ponendo fine, di fatto, a un’era. “Non ci siamo resi conto della cosa, sulle prime – chiudono Onorati e Gargamelli – eravamo devastati dalla notizia. Eravamo compagni di banco e non abbiamo parlato per tutto il tempo, quel giorno, a scuola. Ma non avevamo neanche realizzato la fortuna di aver potuto assistere a quell’ultimo concerto”.
Il film ha conquistato il ‘Premio Rivelazione’ del festival Roma Videoclip: il cinema incontra la musica.
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