Arriva in prima visione romana, dopo il debutto mondiale al Bif&st – il Bari International Film Festival, Notarangelo ladro di anime, il nuovo film di David Grieco – prodotto da Jumping Flea e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà – che sarà presentato il 16 febbraio alle ore 17:30 alla Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni, 1), nell’ambito di ItaliaDoc, la rassegna di cinema documentario a ingresso libero, curata da Maurizio Di Rienzo, che propone nella capitale il meglio delle novità del cinema del reale, con speciali appuntamenti con gli autori.
Grieco (Evilenko, La macchinazione) racconta nel documentario la vita, l’etica e le opere di un grandissimo fotografo italiano pressoché sconosciuto. Scomparso il 4 dicembre del 2016, Domenico Notarangelo era un talento del calibro di Henri Cartier-Bresson e di Sebastião Salgado. Ma a differenza di questi due giganti della fotografia del secolo scorso, Notarangelo non ha viaggiato per il mondo. Tutto il suo lavoro si è concentrato dove era nato e dove viveva, in Puglia e in Basilicata. Giornalista e dirigente politico, in questa veste, ha incontrato e aiutato Pier Paolo Pasolini a realizzare a Matera il Vangelo secondo Matteo, ha contribuito a far eleggere ad Aliano la prima donna sindaco del Meridione, Maria Ippolita Santomassimo, ed è stato un amico filiale di Carlo Levi, che ha fatto tumulare come desiderava in Basilicata, dove il grande pittore e scrittore aveva trascorso da antifascista gli anni del confino. Notarangelo ha scattato nell’arco della sua vita 100.000 fotografie e girato centinaia di ore in Super8. Immagini straordinarie, che raccontano come eravamo più e meglio di qualunque libro di storia. Per realizzare questo documentario ci sono voluti più di due anni di lavoro e il costante sforzo congiunto del regista David Grieco e di suo figlio Manuel, dei figli di Domenico Notarangelo – Peppe, Antonio e Mario – e di Michele Cecere, storico e antropologo. “Domenico Notarangelo, come nessun altro prima di lui, ci racconta come eravamo e perché siamo diventati come siamo diventati in un momento chiave della nostra storia come quello che in questo momento stiamo vivendo. Descritto così, Domenico Notarangelo potrebbe sembrare un megalomane. In effetti lo era. Era un megalomane dell’altruismo. E tutti noi coinvolti in questo progetto abbiamo cercato di imitarlo. Speriamo di non aver commesso troppi errori. Potevamo soltanto sbagliare noi. Perché non ci sono parole per descrivere ciò che è riuscito a fare in vita questo Domenico Notarangelo, fotografo e antropologo dilettante. Più di Salgado, più di Cartier-Bresson, più di Malinowski, più di Levi Strauss”, scrive nelle note di regia David Grieco. Domenico Notarangelo nasce il 6 marzo 1930 da una famiglia contadina in Puglia a Sammichele di Bari. A Bari entra in seminario nel 1943 e lì vive l’esperienza dei bombardamenti del 1945. Ritorna al paese nel 1946 dove la Curia lo allontana dal seminario a causa delle sue simpatie per il Comunismo. Dopo un periodo di studio ad Amalfi giunge in Lucania nella seconda metà degli anni ’50 stabilendosi a Matera, la sua città di adozione. Nella Città dei Sassi ha scoperto le affinità elettive che hanno dato senso ed ispirazione ai suoi molteplici impegni. A Matera si è dedicato all’attività politica e di operatore culturale. È stato giornalista e per molti anni corrispondente dalla Basilicata per il quotidiano L’Unità. In tempi più recenti è stato caporedattore di emittenti televisive. Ha sempre accompagnato l’interesse professionale alla ricerca e allo studio della civiltà contadina, delle tradizioni popolari e della devozione, oltre alla storia politica del territorio e del giornalismo periodico delle regioni meridionali. Fino agli ultimi mesi di vita ha continuato a pubblicare saggi antropologici e libri di fotografia oltre a volumi di carattere storico. Appassionato di fotografia ha raccolto e documentato testimonianze di costume e di tradizioni popolari e religiose in un archivio di centomila immagini fotografiche e centinaia di ore di filmati Super8 e 16mm oltre ad una larga messe di documenti che oggi costituiscono uno dei più importanti archivi privati del Mezzogiorno. L’Archivio Domenico Notarangelo è stato nel 2011 dichiarato Bene storico di interesse nazionale dal Ministero dei Beni Culturali. David Grieco è nato a Roma nel 1951. Sedicenne, viene scelto come attore da Franco Zeffirelli per Romeo e Giulietta, da Pier Paolo Pasolini per Teorema e da Bernardo Bertolucci per Partner. A diciassette anni, diviene assistente alla regia di Pasolini e Bertolucci. A diciannove anni, entra a L’Unità come critico di cinema e musica in Italia e corrispondente estero. Superati i cinquant’anni, scrive, dirige e produce, insieme a Mario Cotone il suo primo film da regista, Evilenko, tratto dal suo romanzo ‘Il comunista che mangiava i bambini’ e interpretato da Malcolm McDowell. Evilenko è stato distribuito in tutto il mondo (compresi Stati Uniti e Cina) ed è stato nominato a 18 premi, tra cui il Nastro d’Argento Internazionale a Malcolm McDowell. Nel 2016 è uscito nelle sale italiane La macchinazione, protagonista Massimo Ranieri, nella ricostruzione degli ultimi tre mesi di vita di un gigante della cultura del XX secolo, e amico di Grieco, Pier Paolo Pasolini. Il film è stato presentato in decine di Festival internazionali.IL PROGRAMMA
CASA DEL CINEMA, Largo Marcello Mastroianni, 1, 00197 Roma
– Ore 17:30 proiezione del film documentario Notarangelo ladro di anime di David Grieco, preceduta da una presentazione. Saranno presenti: David Grieco, Manuel Grieco, Peppe Notarangelo, Raffaello De Ruggeri, sindaco di Matera, Salvatore Adduce, presidente della fondazione Matera-Basilcata 2019 , Giampaolo D’Andrea, assessore alla cultura del comune di Matera, Lorenzo Netti, sindaco di Sammichele di Bari (paese d’origine di Domenico Notarangelo), Patrizia Minardi, ufficio cultura della regione Basilicata, Felice Laudadio, presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Diego Mormorio, storico della fotografia, Aldo Patruno, ufficio cultura della regione Puglia.- Ore 19:00: concerto dei Soballera, gruppo di musica popolare del Sud, curatori della colonna sonora del film documentario.
INFO SU: casadelcinema.it