10 Dicembre 2020
Luca Vecchi, auto lockdown nel bagno delle donne
Per tutto il mese di dicembre su MioCinema - distribuita da Luce Cinecittà - c'è l'opera prima di Marco Castaldi Nel bagno delle donne, tratto dal romanzo 'Se son rose' di Massimo Vitali
Subito ribattezzato “il Gandhi di Portonaccio”, Giacomo Roversi è un thirtysomething appena scaricato dal datore di lavoro, perseguitato da un creditore che va per le spicce e cacciato di casa dalla moglie stufa delle sue contorsioni mentali. Nel mezzo di questa crisi devastante resta chiuso nel bagno delle donne di un cinemino di periferia insieme a un cagnetto anoressico e decide di restarci. E da questa autoreclusione comincia a dispensare pillole di saggezza, riporta in auge la sala di periferia, diventa una influencer senza social, assurge alle cronache televisive e internet. E restituisce pure l’appetito al cane.
Per tutto il mese di dicembre su MioCinema c’è l’opera prima di Marco Castaldi Nel bagno delle donne, tratto dal romanzo ‘Se son rose’ di Massimo Vitali, edito da Fernandel. Prodotto dalla Bella Film di Galliano Juso, con Rai Cinema e Kahuna Film, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, il film vuole unire commedia surreale e riflessione semiseria sulla società contemporanea con uno stile veloce e interpreti azzeccati, dal protagonista Luca Vecchi (quello dei The Pills), a Daphne Scoccia (la proprietaria del cinema e del cane), Stella Egitto (la moglie e architetta in carriera), Francesca Reggiani e Paolo Triestino (i genitori), con ruoli cameo per Andrea Delogu, Francesco Apolloni e Nino Frassica (nei panni di se stesso).
Un film generazionale che acquista una valenza inattesa nell’anno del lockdown, quasi ci fosse qualcosa di profetico, a partire dalla scrittura di Massimo Vitali. “L’autoreclusione è la scelta forte che non ti aspetti – dice il regista, diplomato alla NUCT – vederlo alla luce di ciò che sta accadendo ora nel mondo è un corto circuito interessante e ci aiuta a sdrammatizzare”. Per Luca Vecchi, nel ruolo dell’infantile in fuga dalla sua vita e da ogni responsabilità, “Giacomo è un pioniere, anche a lui, come a noi, la reclusione è capitata tra capo e collo, ma poi ha cominciato a sguazzarci, a crogiolarsi, non volendone uscire di sua spontanea volontà. E’ successo a molti di noi alla fine del primo lockdown… poi è arrivato il secondo”.
Scelto un po’ per il suo essere virale – genio o coglione? si chiede la anchor tv – Luca si cala nei panno di Giacomo, influencer per caso. “Non ha nessun talento, ma diventa un influencer come capita spesso in questo paese. Guardate Angela, la tizia di Non ce n’è Coviddi. Al di là di questa citazione, non ha tantissimo da dire. Però Giacomo sa ascoltare e l’ascolto è quello che più manca alle persone. Tutti postiamo e condividiamo, ma sono bottiglie lanciate in mare con un messaggio che non sappiamo se verrà recepito. Giacomo diventa un santone perché ascolta e ascolta perché non ha niente da fare. Prima non trovava lavoro, adesso è il lavoro che viene a bussare alla sua porta, la porta del bagno. Mentre le porte ti vengono sbattute in faccia quando chiedi un posto, se ti rinchiudi, è il lavoro che ti viene a cercare”.
Per Castaldi “questo è un film sulla crescita, la nostra generazione ancora non ha capito come si fa a diventare grandi. Luca ci riesce facendo un auto lockdown”. Ma è anche un film sul cinema indipendente nel suo essere necessario e contemporaneamente residuale, girato tra l’altro nel Cinema Orione, storica sala nata nel 1950 all’Appio Latino, oltre che nel Teatro 18 di Cinecittà dove sono stati costruiti il bagno e l’anticamera, i due luoghi di gran parte della narrazione.
Chiarisce Daphne Scoccia (vista quest’anno in Lontano lontano di Gianni Di Gregorio e Palazzo di Giustizia di Chiara Bellosi): “Ho preso spunto da come vanno i cinema indipendenti in Italia. Valeria è determinata, va avanti per la sua strada, se ne frega di quello che pensa la gente e manda avanti la baracca, non ha intenzione di chiudere anche se in sala ci sono due spettatori”.
Francesca Reggiani, la madre di Giacomo, apprensiva ma anche ironica e dispensatrice di disincantati pensieri sul maschio, tenta una riflessione sui temi del precariato, uno dei sottotesti del film: “Il problema della disoccupazione giovanile è drammatico, i ragazzi hanno paura del futuro. Non sono momenti facili, anche perché oggi il tempo va talmente veloce”. Stella Egitto considera la piattaforma una grande opportunità. “MioCinema ci ha accolto in esclusiva e ci sosterrà nel mese di dicembre, che è un mese particolare, con il Natale, in cui c’è bisogno di aria gioiosa. Fuori è tutto un po’ triste ma nelle nostre case abbiamo la possibilità di rifugiarci e ragionare con i film che vediamo”. E Luca Vecchi ci scherza su: “Faremo il culo alla Disney, in queste feste”.
Bello il lavoro sulle musiche, con il cantautore Galeffi che interpreta un brano nato sul set, e con la colonna sonora di Rossano Baldini che, dice il regista, “ha unito la mia anima rap e cafona con la sua cultura swing e jazz per accompagnare tutto il percorso con il ritmo”.