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29 Gennaio 2021

La rivoluzione siamo noi​ su Sky Arte

Il documentario di Ilaria Freccia, da un’idea del critico d’arte e curatore Ludovico Pratesi e della stessa regista, in onda in prima visione su Sky Arte lunedì 1° febbraio alle 21.15. Disponibile anc

Arriva in prima visione su Sky Arte (canali 120 e 400) lunedì 1° febbraio alle 21.15La rivoluzione siamo noi (Arte in Italia 1967-1977), il documentario di Ilaria Freccia, da un’idea del critico d’arte e curatore Ludovico Pratesi e della stessa regista, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, che illustra il periodo, tra la metà degli anni Sessanta e il 1980, in cui l’arte in Italia conosce un momento di gloria sulla scena internazionale. Il film sarà disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV. 

Un racconto visivo dal ritmo serrato, arricchito da materiali di repertorio, film d’arte, filmati inediti e dalle rare testimonianze di artisti, critici, galleristi e fotografi, protagonisti di quegli anni davvero incandescenti, per cogliere l’atmosfera di un paese travolto da un cambiamento vissuto all’ insegna della creatività.

In quegli anni la scena animata dagli artisti emergenti, suddivisa prevalentemente tra Torino, Roma e Napoli, si nutre di un clima vitale e dinamico, con continui e fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema. Il momento politico e culturale determinato dal ’68, porta l’arte a uscire dalle gallerie e dai musei per entrare a contatto con la vita quotidiana, spesso con opere strettamente collegate alle istanze della politica e ai profondi cambiamenti sociali in atto. Artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis sperimentano nuovi linguaggi come performance, installazioni e happening, in relazione con la scena internazionale, aperta alle sperimentazioni. L’arte esce dalla cornice del quadro per invadere il mondo, entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei, in un incredibile intreccio con la realtà quotidiana dell’epoca.I galleristi e i critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali più estremi, come Joseph Beuys, Hermann Nitsch o Marina Abramovic, che trovano nel nostro paese occasioni di sperimentare linguaggi visionari e provocatori con grande libertà. In quegli anni diventiamo protagonisti della cultura contemporanea internazionale, con un’intensità straordinariamente vivace e radicale.

Carmen Diotaiuti

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