20 Luglio 2021
Venezia 78: pre-apertura con Manfredi restaurato
Per grazia ricevuta di Nino Manfredi restaurato da CSC – Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà è il film di pre-apertura della 78ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia
Nel centenario della nascita di Nino Manfredi, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà sono felici di contribuire alle celebrazioni di una delle figure più amate del cinema italiano presentando in anteprima mondiale, nella serata di pre-apertura della 78ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il restauro di Per grazia ricevuta, il primo lungometraggio diretto da Manfredi, vincitore nel 1971 del premio come miglior esordio al Festival di Cannes. Il film verrà proiettato martedì 31 alle 21.00 alla Sala Darsena del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, durante un eccezionale doppio programma di pre-apertura della Mostra, che prevede anche la proiezione, alle 18:30, di La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covid, un diario filmato da Andrea Segre sul dietro le quinte dell’edizione 2020 della Mostra del Cinema, prodotto dalla Biennale di Venezia con Rai Cinema e Istituto Luce Cinecittà.
“La pandemia – riflette Alberto Anile, Conservatore della Cineteca Nazionale – ha rischiato fra le altre cose di far dimenticare il centenario di Nino Manfredi. La Cineteca Nazionale ha continuato a tenerlo a mente, recuperando e restaurando il film che Manfredi amava di più fra i cento e passa della sua carriera, la sua prima regia di un lungometraggio, su un argomento azzardato (la maleducazione religiosa) che all’epoca gli procurò dinieghi e scoraggiamenti da molti produttori. Per grazia ricevuta è anche la dimostrazione più trionfale dell’impegno che Manfredi metteva in tutte le cose che faceva, trasformando un esordio su un tema spinosissimo in qualcosa di molto vicino a un capolavoro. Anzi, come nel film, a un miracolo”.
Commenta Chiara Sbarigia, presidente di Istituto Luce-Cinecittà: “Riportare alla visione migliore dopo 50 anni con un grande restauro, e a una platea internazionale come quella di Venezia, un’opera “di esordio” tanto preziosa, è un’occasione più che speciale per Luce-Cinecittà, che della scoperta di esordienti fa una sua mission. Lo è tanto più perché con essa celebriamo il talento enorme e ancora fortemente presente di Nino Manfredi, e con lui tutta la forza sbrigliata, provocatoria, carica di bellezza di cui è capace il cinema italiano”.
Il restauro di Per grazia ricevuta è stato realizzato nel 2021 dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e da Istituto Luce – Cinecittà a partire dal negativo scena originale 35mm messo a disposizione da RTI-Mediaset in collaborazione con Infinity+. Per la colonna sonora è stato utilizzato un positivo ottico della Cineteca Nazionale. Laboratorio: Istituto Luce Cinecittà.
Benedetto Parisi (Nino Manfredi) è in ospedale in gravi condizioni dopo un tentativo di suicidio. Mentre è in corso l’operazione per salvargli la vita, con una serie di flashback viene ricostruita la sua vita. Da bambino, rimasto orfano, vive con una zia nubile che usa la religione per impressionarlo e nascondere le sue relazioni clandestine. Il giorno della Prima Comunione sentendosi nel peccato si butta da un dirupo, ma, uscitone incolume, viene considerato un miracolato degli altri paesani. Viene mandato a vivere in un convento di frati che lo educano, ma mandato via anche da lì, va a vivere da un farmacista ateo, innamorandosi, ricambiato, della figlia. Condividendone sempre più le idee, quando crede di vedere il farmacista in punto di morte baciare il crocifisso, confuso e ferito si butta da uno strapiombo. Ma anche questa volta miracolosamente si salva.
“Per grazia ricevuta è una storia semplice, accaduta a tanti, con la quale desidero affrontare un tema difficile ma che sento molto: la crisi religiosa. Il mondo di oggi mi sembra il più adatto ad afferrare questa tematica; le conquiste tecniche e la civilizzazione in progresso continuo hanno fatto dimenticare ciò che ognuno di noi ha dentro di sé. Intendiamoci, non voglio fare un film intellettualistico perché so che il mio pubblico ama ridere; affrontare un tema importante in maniera umoristica mi sembra il migliore modo di dire qualcosa e spero di riuscirci” (Nino Manfredi)