Luce Cinecittà

6 Ottobre 2021

Coccia e Cicogna: ritratti di Cinecittà alla Festa di Roma

Cinecittà è presente alla Festa del Cinema con due documentari incentrati su due importanti figure dell'ambiente cinematografico italiano

Cinecittà è presente alla Festa del Cinema con due documentari incentrati su due importanti figure dell’ambiente cinematografico italiano.

Il fotografo Pietro Cocciainstancabile viaggiatore sempre con la valigia in mano, la giacca sgualcita e le macchine fotografiche a tracolla, morto all’improvviso e prematuramente a giugno del 2018, è il protagonista di Pietro il grande di Antonello Sarno, già presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film breve offre una carrellata di 400 scatti, il lascito di un personaggio amato da tutti e di cui il cinema italiano sente la mancanza e probabilmente sempre la sentirà. Coccia è stato uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano durante una carriera durata oltre trent’anni. L’omaggio vuole ricreare – nello spazio di un breve film che abbraccia un artista e un uomo grande – la magia che, più di ogni altra, è propria di una fotografia che riesce a fermare l’incanto del cinema. Come Pietro sapeva fare.

Marina Cicogna – La vita e tutto il resto di Andrea Bettinetti, co-prodotto da Cinecittà, celebra invece la figura della grande produttrice, nipote del fondatore della Mostra del Cinema Giuseppe Volpi e al centro del jet set del cinema degli anni Sessanta di Parigi, Roma e New York. Prodotto dalla veneziana Kama Productions, diretta dal veneziano Riccardo Biadene, in coproduzione con Cinecittà e Femme Endormie (Leone d’Oro a Venezia con Sacro Gra di Gianfranco Rosi), il documentario ha ricevuto il contributo della Regione con il sostegno di Veneto e Piemonte Film Commission e Regione Lazio per un totale di 300 mila euro. E’ ambientato in gran parte a Venezia. Cicogna è stata la prima produttrice donna a imporsi nel mondo esclusivamente maschile del cinema italiano ed europeo alla fine degli anni ’60. Il documentario racconta un’icona indiscussa di stile e creatività, premio Oscar® per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, in un viaggio intimo tra Roma, Milano e Venezia, arricchito da preziose interviste agli amici più cari. 

Da segnalare inoltre La scelta di Maria di  Francesco Miccichè, Attraverso scene di fiction, repertorio originale, interviste e animazione, viene raccontata la vicenda che c’è dietro la nascita del Milite Ignoto. Il 4 novembre 2021 ricorre infatti il centenario della tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria e, grazie alla collaborazione con il Ministero della Difesa, con la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Aquileia e l’Istituto Luce Cinecittà, questo progetto vuole ricostruire le vicende che portarono a quel momento. 

Cinecittà si configura inoltre come supporter della Festa del Cinema. Tutti gli Incontri Ravvicinati, ad esempio, sono realizzati in collaborazione con Cinecittà. Gli ospiti sono tutti di grande rilavanza: Tim Burton, Quentin Tarantino. Claudio Baglioni, Marco Bellocchio, Jessica Chastain, Alfonso Cuaron, Luca Guadagnino, Luciano Ligabue e Fabrizio Moro, i Fratelli Manetti (con anteprima di Diabolik), Frank Miller (col documentario American Genius), Zadie Smith, Joe Wright, Zerocalcare (con mostra allegata).

Dichiara la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia: “Quando la scorsa primavera Cinecittà ha avuto l’onore di accogliere la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, accompagnata dal Presidente del consiglio Draghi, per l’approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza del nostro Paese, un concetto non detto ma condiviso era che questa stagione di dramma e attese che stiamo vivendo, sarebbe passata non solo grazie a norme, protocolli e sussidi, ma anche grazie all’immaginario. L’Europa venuta a Cinecittà in quell’occasione storica ci assegnava questo compito fondamentale: immaginate il nostro futuro. A questo servono le grandi fabbriche di cultura come Cinecittà: a creare immaginari, visioni del mondo, nuovi modelli di convivenza e di crescita sostenibile. E il grande piano di sviluppo dei nostri Studios nella Capitale, oltre a disegnare un complesso produttivo che rilancerà l’immagine di Roma e dell’Italia a un livello internazionale di produzione creativa, servirà a ridefinire un rapporto nuovo tra noi e i nostri partner continentali, l’immagine di Roma come una delle prime capitali del sogno europeo. Per fare ciò, la città ha bisogno anche di un grande festival. Per interrogare la struttura stessa della nostra esperienza del mondo, fittamente intessuta di rimpianti e di attese, di ricordi e di progetti. Per creare un continuo rapporto del pubblico con le immagini, una sfida che non ha mai termine perché l’immaginario muta incessantemente, con nuovi ostacoli e traguardi. Per creare un nuovo patto con gli spettatori. La Festa del Cinema in tal senso ha un elemento identitario unico in Italia: il suo pubblico. Fatto di addetti ai lavori, cinefili, semplici appassionati e tanti giovani e giovanissimi. Un’eterogenea riunione di sguardi e di prospettive. A loro Cinecittà e la Festa del Cinema portano in dono il proprio bagaglio di storie, il proprio marchio di identità e innovazione, e la tradizione sempre nuova dell’immenso Archivio Luce, quella banca della memoria, quel formidabile manuale di istruzioni per l’uso del passato che ci insegna che il senso di ciò che è accaduto non è fissato una volta per tutte, ma chiede continuamente di essere ripensato, com-preso, ossia preso in carico e riletto, alla luce delle nuove esperienze, da un’interpretazione che gli renda giustizia. Assieme a questo pubblico, Cinecittà e la Festa del Cinema aspirano a fare di Roma quella città veramente aperta e strettamente connessa con i paesi e le creatività di tutto il mondo, che alla fine dell’ultima guerra il padre del Neorealismo annunciava come luogo del nuovo inizio, di una nuova storia. Forse verso la fine di una durissima battaglia che ha lasciato dietro di sé tanto dolore, Roma torna oggi a essere il posto dove ritrovarsi per immaginare un futuro insieme, perché la cosa più bella che si può avere in comune con qualcuno è il futuro, e ricominciare il rito collettivo della visione in sala è già una bellissima anteprima”.

 


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