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2 Dicembre 2021

Isabella Rossellini e il tesoro europeo delle cineteche

Isabella Rossellini e il tesoro europeo delle cineteche

TORINO – Isabella Rossellini (Fanny Ardant, per la versione francese), Pirandello, Gramsci, Blasetti, Francesca Bertini, Giovanni Pastrone, Federico Fellini e Salvador Dalì: una rosa di intelletti e bellezza per il Cinema Italiano, la sua Storia, i suoi primi 35 anni. 

ITALIA. Il fuoco, la cenere di Céline Gailleurd e Olivier Bohler, al Torino Film Festival – Fuori Concorso / Incanto del Reale – con un documentario d’archivio che estrapola l’incanto di quest’ultimo con materiale magnetico e magnifico: una coreografia saggistica e visionaria, per una storia scritta tra il 1896 al 1929.  

“Per noi è un film che parla della nascita di un’arte che per il XX secolo è tra le più importanti, dunque un film che parla anche dell’oggi. Il cinema ha avuto nelle vite un’influenza eccezionale, attraverso il cinema anche la società italiana si racconta. Tornare indietro con le immagini permette di dire quale sia la posizione del cinema nella società” per Gailleurd.

“Il dibattito sull’immagine vale ancora e per noi è una forma di micro teoria del cinema, è molto interessante perché in Italia c’è qualcosa di meraviglioso, queste persone hanno scritto con poesia e forza drammatica” continua Bohler. 

Le cineteche più prestigiose d’Europa, tra cui l’Archivio Storico Luce – distributore del doc e produttore associato – per raccontare una storia che ha fatto la Storia, gloriosa, mondiale, di una della Arti in cui eccelliamo e siamo maestri sin da quell’epifania, sinonimo del Cinema Muto italiano. Una storia di nascita e morte, non ceneri rarefatte ma fondamenta, poi, di una Storia altrettanto e ancor più grande, quella del Cinema Italiano a venire. Delle prime Stelle (le Star) alle bobine di nitrato, dal “genere” –Melodramma, Peplum – alla memoria, in un tempo sul precipizio dell’avvento fascista.

“Più di 600 ore di film, più di un anno a guardare”, questa la quantità di materiale e i tempi di preparazione, racconta Bohler. “La scelta non è stata verso i titoli più conosciuti o i più belli, ma il racconto del cinema e di quell’Italia. E, nonostante 600 ore di film, sei sempre alla ricerca di qualcosa che ti manca; abbiamo organizzato il materiale per temi, per registi, abbiamo avuto più di 25 time line in parallelo, con quasi 24h di film ciascuna”. 

“Siamo innamorati della cultura italiana: Olivier ha curato un libro su Pasolini – per esempio – ma il Muto l’abbiamo scoperto molto tardi, perché per la Francia il Cinema italiano inizia con Roma Città Aperta; noi abbiamo scoperto questo tesoro con “Il cinema ritrovato” di Bologna. E abbiamo scoperto anche l’amore per la materia, quando apri una scatola con la pellicola c’è un odore unico: abbiamo lasciato nel film la pellicola che si rovina, le bande perforate, per trasmettere allo spettare il senso della fragilità della memoria, oltre che essere un omaggio alle Cineteche, un tesoro europeo”. 

Un tesoro di Storia ma anche di recitazione, quella appunto di Isabella Rossellini – e di Fanny Ardant -, che hanno prestato le proprie voci nella lettura emotiva dei testi poetici, filosofici: “Per noi era molto importante le voci fossero femminili, perché la voce maschile può sembrare… più intellettuale per qualcuno, ma per noi era un punto fermo: il cinema è già un mondo prettamente maschile e dare un tono femminile era fondamentale, con le due voci più bella della Storia del cinema” dice Gailleurd. 

“Isabella Rossellini a New York e noi a Parigi, abbiamo lavorato a distanza per la pandemia: Rossellini e Ardant sono stati due piaceri completamente diversi, sono entrambe generose, con la voglia di scoprire e capire. Isabella, per esempio, ci raccontava di mostrare i film Muti alle amiche: infatti, si sente nella sua voce la voglia di dare emozione. Sì, sono entrambe delle dive, ma aperte, disponibili”, per Bohler.

E, a proposito di “suono”, porta per mano il film anche Lorenzo Esposito Fornasari, compositore, come tiene a ricordare Gailleurd: la sua musica “accompagna l’erotismo che traspira ovunque e passa nell’immagine. Oltre a sussistere un legame con la psicanalisi: queste donne quando interpretano hanno una recitazione fisica molto potente, affascinante”. 

ITALIA. Il fuoco, la cenere, una coproduzione Italia/Francia, è prodotto da Articolture, una giovane realtà ma con già all’attivo diversi festival internazionali, e Nocturnes Productions, in associazione con Luce Cinecittà che lo distribuirà in sala nella primavera 2022

Nicole Bianchi

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