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26 Gennaio 2022

‘La tregua’ di Francesco Rosi per il Giorno della Memoria

CSC-Cineteca Nazionale, Cinecittà e Dean Film presentano una doppia proiezione, al Farnese Arthouse di Roma, per l'ultimo film girato dal maestro, ancora oggi prezioso per riannodare i fili della sto

In occasione del Giorno della Memoria, giovedì 27 gennaio, CSC-Cineteca Nazionale, Cinecittà, Dean Film, Farnese Arthouse, in collaborazione con Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza (IRSIFAR), presentano La tregua di Francesco Rosi. Un film, l’ultimo girato dal maestro di Salvatore Giuliano e Le mani sulla città (di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita), uscito nel 1997 e ancora oggi prezioso per riannodare i fili della storia e della memoria, tra cinema e letteratura.    

Tratto dall’omonimo libro-memoria di Primo Levi, pubblicato nel 1963, La tregua prende le mosse dall’apertura dei cancelli di Auschwitz per ripercorrere il lungo ritorno verso casa – l’Italia, Torino – del suo autore. Per questo La tregua è anche un’opera sull’Europa, e sulla disumanizzazione che l’ha pervasa. È una testimonianza, quella di Levi, che si fa indagine della condizione umana: e da qui parte Rosi per ribadirne la necessità e l’attualità, con i mezzi del suo cinema che sapientemente oscilla tra epica e commozione, dolore e commedia. La tregua è solo un momento di pausa: «Guerra è sempre», dice il Greco nel libro di Primo Levi. Anche il ricordo è una tregua tra un oblio e l’altro. Oblio è sempre. Memoria e oblio sono strettamente intrecciati tra loro: l’una combatte l’altro, che le è però connaturato. Rosi, attraverso le pagine di Levi, dà il suo contributo – con coraggio e rispetto – offrendo una possibilità importante di riflessione alle giovani generazioni e al pubblico tout court.

L’iniziativa per il Giorno della Memoria prevede una doppia proiezione, al Farnese Arthouse di Roma (piazza Campo de’ Fiori, 56), alle ore 15.00 e alle ore 20.30 (quest’ultima introdotta dal critico cinematografico Emiliano Morreale). Accanto alle proiezioni per il pubblico, La tregua sarà disponibile dal 27 gennaio anche per le scuole, corredato da un quaderno didattico realizzato per l’occasione, come parte del progetto “La Cineteca Nazionale va a scuola”, che intende valorizzare il patrimonio cinematografico italiano conservato dalla Cineteca Nazionale, per dare ai film preservati una seconda e stimolante vita attraverso il rapporto interdisciplinare con le materie e gli ambiti didattici affrontati negli istituti di ogni ordine e grado.

27 gennaio 1945. Accolta dagli occhi infossati e increduli dei sopravvissuti allo sterminio, l’Armata Rossa entra ad Auschwitz. Gli ex prigionieri, tra cui il narratore del film, Primo Levi, iniziano il lungo viaggio di ritorno verso casa. Ci sono polacchi, cechi, francesi ed anche italiani. Per un po’ tutti rimangono uniti, poi gli italiani si affidano ad un connazionale che si spaccia per responsabile dei rapporti con i russi e cercano di pensare a come tornare in Italia. Comincia così un viaggio pieno di difficoltà affrontato nelle condizioni più disperate. Nel gruppo c’è Primo, che continua a rivivere dentro di sé gli orrori del lager e quasi non riesce più a pensare ad una vita diversa. Ci sono Cesare, molto estroverso, e Daniele, Ferrari, Unverdorben, D’Agata. Insieme attraversano l’Europa centrale, ora a piedi ora sui treni di fortuna, talvolta pensando di aver trovato la strada giusta, altre in preda allo sconforto per un traguardo che sembra allontanarsi sempre di più. Durante il cammino, Primo incontra un greco disincantato e disilluso che gli offre molte lezioni di vita. Il viaggio va avanti e diventa occasione per conoscere meglio gli altri e se stessi. Momenti di depressione si alternano, in tutti ma specialmente in Primo, a occasioni di riscoperta di gioie dimenticate come la tensione amorosa. In rapidi, drammatici, flashback riaffiorano i ricordi del lager, e Primo a contatto con una realtà che si riapre alla vita, sente quasi la colpa di essere sopravvissuto. Finalmente il gruppo arriva a Monaco, dove un soldato tedesco vede su Primo il numero tatuato di Auschwitz e si inchina per chiedergli scusa. L’ultima tappa è a Torino, finalmente a casa, dove Primo ritrova la sorella e la mamma. Nella tranquillità della propria stanza, seduto davanti la macchina da scrivere, cerca di rievocare la tragedia passata e inizia a scrivere il suo racconto.


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