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28 Marzo 2022

Po di Segre e Stella. Sbarigia: ‘Memoria collettiva viva’

Martedì 29 marzo, alle ore 20.30, presso il cinema Quattro Fontane la prima nazionale, alla presenza dei registi, di Po, il nuovo documentario di Andrea Segre e Gian Antonio Stella prodotto da Luce Ci

“C’era più dì un motivo per decidere di produrre ‘Po’. Il primo è che pone l’accento sul problema climatico, ancor oggi punto nodale dell’agenda politica mondiale”. Così Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, sul film documentario di Andrea Segre e Gian Antonio Stella, in uscita nazionale il 29 marzo nelle sale con una prima-evento al cinema Quattro Fontane di Roma, alla presenza degli autori e che racconta la tragica alluvione del Polesine, uno degli eventi maggiormente impressi, ancora a 70 anni di distanza, nella memoria collettiva del paese, grazie anche alle immagini che allora realizzò l’Istituto Luce. Immagini che oggi Segre e Stella intessono con le testimonianze vivide dei ‘giovani’ testimoni dell’epoca, unendo con commovente efficacia racconto di memoria e riflessione sul presente. 

Prosegue Sbarigia: ‘Il secondo motivo è che in opere come “Po” il patrimonio d’immagini custodito dall’Archivio Luce trova il suo senso più profondo: non deposito inerte della memoria collettiva, ma materiale vivo e sempre attuale, anche alla luce della tragica crisi umanitaria provocata dal conflitto in Ucraina.

Prodotto da Luce Cinecittà, con un importante lavoro dell’Archivio Luce che ha permesso agli autori la riscoperta, il restauro e la restituzione smagliante dei filmati, mostrandoli al pubblico come realmente inediti, Po arriva nelle sale distribuito da ZaLab, dopo un’anteprima dal tutto esaurito a Rovigo.

Racconta Andrea Segre: “C’è una cosa che sapevo, di cui sono contento per questa prima a Roma, e una cosa che non sapevo, che non potevo immaginare. Una cosa che sapevo per questa prima romana, era la possibilità di portare sul grande schermo, nelle sale, archivi cinematografici e immagini realizzate proprio per il grande schermo, perché le riprese di quel tragico evento, conservate dall’Archivio Luce, erano fatte per i cinegiornali, fatte per la sala. Aver potuto lavorare su quelle immagini dal punto di visto cinematografico, poterle portare all’anteprima di Rovigo e oggi a Roma e nelle sale italiane mi fa profondamente contento. La cosa che non sapevo, che non potevo immaginare, è che questa uscita del film coincidesse con un momento in cui nel cuore di un’emergenza umanitaria siamo chiamati ad accogliere migliaia di profughi della guerra ucraina. E questa è una storia di quando i profughi siamo stati noi . Questo rapporto con una memoria di noi in fuga, per una tragedia, di un pezzo molto povero della nostra società come era il Polesine, in un momento in cui il tema della fuga e dell’accoglienza è così vivo e drammatico, è occasione – ancorché tragica – di riflessione. Una riflessione a cui tengo molto, al di là della crisi di adesso: quella del rapporto con l’altro. E il rapporto con l’altro parte molto dalla memoria di se stessi, anche di quei pezzi di memoria che teniamo nascosti nei cassetti. E che invece adesso abbiamo fatto uscire dagli archivi per farlo entrare in sala”.

Dopo l’anteprima di Rovigo e la prima romana PO inizia un tour di teniture e proiezioni speciali, tra cui quella del 7 aprile in selezione ufficiale allo storico Pordenone Docs Fest – Le voci del documentario.


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