Luce Cinecittà

3 Settembre 2023

‘L’avamposto’ di Edoardo Morabito alle Giornate degli Autori

Un viaggio affascinante, contraddittorio, avventuroso nel cuore dell'Amazzonia, per ricordarci della necessità che, talvolta, hanno le utopie. In sala con Luce Cinecittà

Il 4 settembre in prima mondiale come Evento speciale delle Giornate degli Autori, alla 80. Mostra del Cinema di Venezia, L’AVAMPOSTO, il nuovo film documentario di Edoardo Morabito. Una produzione Dugong Films con Rai Cinema in associazione con INTRAMOVIES in associazione con O2 Pòs e Bidou Pictures Brasil, distribuito per l’Italia da Luce Cinecittà.

Protagonista Christopher Clark, un eco-guerriero, uno scozzese fuori dall’ordinario che nel cuore della foresta amazzonica ha creato il suo personalissimo Avamposto del progresso: un modello di società utopica basato sull’equilibrio perfetto tra natura e tecnologia, gestito e preservato dagli abitanti della foresta. Prima ha creato un villaggio allo Xixuaú con l’aiuto di una comunità di Caboclos, i meticci brasiliani che ha fatto diventare i guardiani della foresta; poi ha cercato di renderli autonomi finanziariamente facendoli lavorare con l’eco-turismo; e quando il governo ha rifiutato di creare una riserva, cui nel tempo avevano aderito tutte le comunità lungo il fiume fino a raggiungere i 650mila ettari, Chris ha deciso di giocare d’azzardo, opponendo alla spettacolare distruzione della foresta un evento altrettanto spettacolare: un concerto dei Pink Floyd in uno degli ultimi posti incontaminati rimasti sulla faccia della terra, così da convincere il governo brasiliano a istituire una riserva. 

Un film sulla fine del mondo o quantomeno sulla distruzione del mondo naturale per mano dell’uomo – lo definisce il regista – Ma soprattutto un film sull’importanza del sogno per tornare ad immaginare possibili futuri. Un elogio della visionarietà. Mentre il mondo brucia e noi assistiamo al cambiamento climatico come fosse la diretta streaming del grande spettacolo che è l’apocalisse, Chris si sente investito di una missione: salvare quel che resta dell’Amazzonia, con ogni mezzo possibile.

“Chris era il mio antidoto al disincanto, ed è arrivato quando ormai pensavo non si potesse inventare o scoprire più niente, e il genere umano perduto. E d’altronde, a separarmi dal mio oggetto esotico c’era soltanto un volo low cost. Quello che ancora non sapevo è che questo viaggio dall’altra parte del mondo mi avrebbe riservato delle sorprese – e non poche – su Chris, sulle contraddizioni dell’avamposto, su tutta questa operazione e addirittura su me stesso.Chris voleva accollare il proprio sogno da scozzese a un popolo che viveva in un altro pianeta, dove forse non avrebbe mai dovuto avventurarsi e dove invece s’era spinto inseguendo il sogno del paradiso perduto, o addirittura quello di salvare il mondo. Ma davvero pensava di poter salvare l’Amazzonia con un simbolo del modello capitalista, lo stesso modello che la stava distruggendo? Cos’altro è il rock, infatti, se non il disagio giovanile reso merce? Money, il brano simbolo contro il denaro, è uno dei singoli che ha fatto più soldi nella storia della musica”.


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