DocumentariLuce Cinecittà

29 Gennaio 2025

Sonia Bergamasco: Duse The Greatest. In sala dal 3 febbraio

A cent’anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, Sonia Bergamasco ci accompagna in un’investigazione sull’attrice che ha cambiato il mestiere dell’attore per sempre

Come può una donna di cui rimangono unicamente un film muto e qualche foto e ritratto, essere ancora così influente? A cent’anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, Sonia Bergamasco ci accompagna in un’investigazione sull’attrice che ha cambiato il mestiere dell’attore per sempre ispirando Lee Strasberg, storico direttore dell’Actors Studio, e generazioni di attori. Dal 3 febbraio in sala con Luce Cinecittà Duse The Greatest, una produzione Propaganda Italia, Quoiat Films, Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema, presentato in anteprima alla scorsa Festa di Roma. ( ELENCO SALE )

Un film documentario scritto e diretto da Sonia Bergamasco con Annamaria Andreoli, Sonia Bergamasco, Valeria Bruni Tedeschi, Elena Bucci, Ellen Burstyn, Federica Fracassi, Fabrizio Gifuni, Ferruccio Marotti, Helen Mirren, Emiliano Morreale, Mariapaola Pierini, Caterina Sanvi, Mirella Schino, Giuditta Vasile.

Sonia Bergamasco: “Sono certa che fare l’attrice mi abbia salvato la vita, che l’abbia resa vivibile – a tratti esaltante, comunque intensa, concreta, mia. E che continui a farlo. Con questo film, come una detective, mi sono messa sulle tracce di Eleonora Duse, un’attrice leggendaria che ha illuminato la strada alle generazioni successive con l’energia dirompente del suo corpo di scena. Al centro di questa indagine è il corpo dell’attrice, il suo labirinto”.

 

Seguendo il percorso di Eleonora Duse, artista simbolo, e grande “assente” (in video, di lei ci resta solo un film muto) Duse, The Greatest vuole fare luce sul mestiere dell’attrice oggi: che cos’è diventato, qual è il suo spazio nell’immaginario collettivo contemporaneo. La macchina da presa scivola sui corpi delle persone incontrate (attrici, autrici, artisti, studiosi), si immerge nei particolari. Quello che ho indagato è il corpo sensibile, nudo, dell’attrice (ieri e oggi) e la radiografia del suo corpo immaginario, attraversato dallo sguardo degli altri. Un flusso di immagini in cui momenti di fermo (scatto fotografico) fanno da snodo e da collante alla narrazione. Fermo immagine dal girato contemporaneo in cui immergersi per cogliere dettagli dei corpi e delle azioni, e per saldare il racconto a immagini più “antiche”, fotografiche, o a video d’archivio in bianco e nero.

Eleonora Duse, l’attrice italiana più famosa al mondo, intercetta le nuove generazioni attraverso la sensibilità di figure carismatiche come Charlie Chaplin – che la vede a teatro a Los Angeles e scrive “è la più grande artista che ho mai visto” – e il giovane Lee Strasberg, futuro direttore dell’Actors Studio, che guardandola al lavoro, intuisce il segreto di un’arte della recitazione che entra a far parte dell’immaginario collettivo di generazioni di attori di cinema. Dando voce ai testimoni, di ieri e di oggi, il film cerca di fare luce sul corpo dell’artista come strumento da scoprire, per comporre un ritratto plurale dell’attrice al presente.

 


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