10 Marzo 2025
Luce Cinecittà si impone ai Nastri d’Argento del Documentario 2025
Quattro premi assegnati e una menzione a documentari che portano il marchio di produzione, co-produzione e distribuzione di Luce Cinecittà, oltre al già annunciato Nastro dell’anno a 'Ciao, Marcello – Mastroianni l’antidivo' di Fabrizio Corallo

È un’affermazione netta e nel segno del documentario di qualità quella che riporta Luce Cinecittà nell’edizione 2025 dei Nastri d’argento per il documentario, con ben quattro premi assegnati a documentari che portano il suo marchio di produzione, co-produzione e distribuzione, oltre al già annunciato Nastro dell’anno a Ciao, Marcello – Mastroianni l’antidivo di Fabrizio Corallo. Il Sindacato Giornalisti Cinematografi premia infatti con il Nastro Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio per il miglior documentario nella sezione Cinema Cultura Spettacolo, La valanga azzurra di Giovanni Veronesi, nella sezione dedicata al racconto dello sport; Controluce di Tony Saccucci per il miglior Docufilm e Duse – The Greatest di Sonia Bergamasco per il miglior documentario opera prima. Inoltre assegna una menzione speciale a Mario Verdone: il critico viaggiatore di Luca Verdone.
“Abbiamo adottato una linea editoriale – commenta Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà – improntata alla rilettura di storie e memorie collettive, grazie anche alla possibilità di utilizzare il tesoro di immagini del nostro grande Archivio Luce, in chiave di attualizzazione e lettura del presente, e come mappa per il futuro. I Nastri d’argento al commovente lavoro di Fabrizio Corallo sul mito di Mastroianni, al film di Costanza Quatriglio – un vero monumento al senso degli archivi; di Tony Saccucci sul lavoro del fotografo Porry-Pastorel, che conserviamo con cura nel nostro patrimonio; di Sonia Bergamasco sul mito attoriale della Duse; di Giovanni Veronesi su una stagione irripetibile dello sci alpino; e infine il ritratto di Mario Verdone ad opera dei figli Luca, Carlo e Silvia, sono il riconoscimento del grande lavoro di squadra del Comitato editoriale e produttivo di Cinecittà e dei produttori indipendenti, oltre che la riprova che un cinema di cultura e qualità sa toccare anche i cuori degli spettatori. Questi film sanno emozionare e ci indicano dei percorsi per raccontare la nostra identità e insieme fare grande spettacolo”.
“Il più antico premio del cinema italiano” dichiara Manuela Cacciamani, AD di Cinecittà “onora e illumina un progetto di diffusione del documentario che è nel dna del Luce. Per me è una particolare soddisfazione, perché credo nella distribuzione nelle sale, nei festival, nelle tv e in tutti i canali possibili di un cinema indipendente e creativo. Anche per questo ho voluto aumentare le risorse per la distribuzione di questo asset per noi fondamentale. Credere nel documentario significa credere in un prodotto che ha la sua ricchezza nell’inventiva, nella libertà, nell’uso più economicamente creativo delle risorse. E’ un cinema che porto avanti da sempre come produttrice, che da ‘piccolo’ può diventare grandissimo. Oggi da rappresentante del cinema e del servizio pubblico mi piace portare avanti questa idea, e lavorare perché i nostri splendidi documentari raggiungano una platea sempre più ampia”.
Presentato al Festival di Berlino 2024, Il cassetto segreto racconta la sistemazione e donazione di una memoria fisica – l’archivio personale del padre della regista, il giornalista e scrittore Giuseppe Quatriglio – e insieme intima, riuscendo a regalare uno spaccato di storia e cultura del ‘900, e insieme un affettuoso ritratto di rapporto tra padre e figlia.
Giovanni Veronesi, uno dei nostri più popolari autori, ha raccontato ne La valanga azzurra (Festa del Cinema di Roma) una stagione irripetibile dello sci alpino, quella degli anni ’70. Una memoria collettiva che ha coinvolto tanti italiani, narrata in modo travolgente tra spirito di sacrificio, rivalità sportive, e il brivido della memoria.
In Controluce (Torino Film Festival, in concorso) Tony Saccucci torna a raccontare una storia preziosa e poco nota, quella del geniale fotografo Adolfo Porry-Pastorel, padre dei fotoreporter italiani. Cantore della belle époque italiana, definito “il fotografo di Mussolini” e insieme attenzionato dalla censura fascista, autore di scoop clamorosi, questo genio dello scatto ci spiega le regole della società dell’immagine, in cui ancora oggi viviamo.
Sonia Bergamasco, una delle attrici più dotate e amate del nostro cinema e teatro, con Duse – The Greatest (Festa del Cinema di Roma) si mette dietro la macchina da presa per inseguire una amorosa ossessione: quella per la più grande attrice di tutti i tempi, Eleonora Duse. Pochi indizi, foto, lettere, appena un film che la immortala. Da queste rare tracce la Duse, attraverso la voce e l’indagine della regista, ci arriva viva e vibrante. Un esempio di artista, e di donna.
Mario Verdone, critico caleidoscopico di cinema, teatro, arti, Circo, luoghi, ha fatto scoprire a tanti lettori e spettatori un mondo di immagini e parole. Nello sguardo affettuoso del figlio e regista, Luca, accompagnato dai fratelli Carlo e Silvia, e da filmati e documenti d’archivio straordinari, riviviamo in una stanza 70 anni di storia dello spettacolo e della cultura del nostro paese.
Con questi titoli vincitori, Luce Cinecittà era presente nelle cinquine finali dei Nastri anche con Real di Adele Tulli, Il mestiere di vivere di Giovanna Gagliardo, Volontè – L’uomo dai mille volti di Francesco Zippel, La valanga azzurra di Giovanni Veronesi e Maestro – Il calcio a coloridi Tommaso Maestrelli di Francesco Cordio e Alberto Manni. Tutti film presentati in festival internazionali, che hanno meritato il plauso della stampa e del pubblico di cinema e tv.
Una presenza forte, per cui Luce Cinecittà ringrazia il SNGCI – Sindacato Giornalisti Cinematografici e il direttivo dei Nastri d’argento, e condivide con tutti i produttori, gli autori e i tecnici dei titoli una serata di gioia, e la conferma che il documentario italiano rappresenta un’energia viva e fondamentale per tutto il cinema italiano.