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Arriva Eye Screen, il magazine-gioco che cambia il modo in cui i ragazzi vedono il cinema

Progetto congiunto dell’area giornalistica e dell’area didattica di Istituto Luce Cinecittà il magazine non vuole solo essere un inedito mezzo divulgativo sulla Settima Arte, ma anche un veicolo di bellezza grazie a copertine firmate da artisti/illustratori di fama. In uscita ogni due mesi, la rivista punta inoltre a coinvolgere attivamente i lettori chiamandoli a scrivere di proprio pugno recensioni e impressioni, oltre che a cimentarsi con quiz e disegni

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8½: moralista, pudico o spudorato, il cinema italiano sa ancora essere scandaloso?

 A vent’anni dall’ultimo film italiano che fece gridare allo scandalo, Totò che visse due volte di Ciprì&Maresco, il numero di marzo della rivista s’interroga sul perché in Italia non si facciano più film con l’obiettivo di turbare gli spettatori. Il bimestrale cambia pelle grazie a un restyling grafico che coinvolgerà a breve anche la pagina web dove il blog lascia il posto a un sito semplice e lineare

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80 candeline per Cinecittà

Il numero di settembre della rivista 8 ½ celebra la ricorrenza chiedendosi dallo strillo in copertina se gli studios sulla Tuscolana dimostrino la loro età. “La storia di Cinecittà è stata un pezzo importante della modernità italiana – dice nell’editoriale il direttore della rivista Gianni Canova – e l’Italia, forse non l’ha capito. Tanto che ci piace affidare al lettore, come possibile chiave di lettura, una semplice domanda: ma il cinema italiano si è meritato Cinecittà?”. E’ il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ad aprire le danze con un intervento sul futuro della ‘fabbrica dei sogni’

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‘Cinema e Scuola’ in 8 1/2 numero 32

“Lo scorso 26 novembre la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ha pubblicato il testo della legge 14 novembre 2016 n° 220, intitolata alla Disciplina del cinema e dell’audiovisivo, attesa da due anni e accolta con entusiasmo pressoché unanime dalle diverse categorie interessate”, spiega il direttore Gianni Canova nell’editoriale. E del resto già in Germania e Francia la media literacy è prevista da tempo. Se ne parla attraverso un’indagine con, tra gli altri, interventi approfonditi di Nicola Borrelli, direttore generale cinema MiBACT, Gianluca Giannelli, co-creatore di ‘Alice nella città’ e del critico Paolo Mereghetti

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Cineuropa e Luce Cinecittà: uniti per il cinema italiano

L’Italia rafforza la sua partecipazione in Cineuropa.org, il portale sul cinema europeo, con un accordo stipulato da Istituto Luce Cinecittà e la presenza di nuovi membri nell’assemblea generale e nel consiglio d’amministrazione in ruoli di rilievo. La promozione della cinematografia italiana sarà potenziata attraverso articoli, interviste e focus sul magazine online e uno scambio di contenuti con Cinecittà News e una copertura dei principali festival di cinema del mondo

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Tutti ne parlano, nessuno lo fa

“Dov’è finito il sesso nel cinema italiano?”. Tutti ne parlano, nessuno lo fa. Questo è lo strillo di copertina che apre il numero 31 di 8 ½ – Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, la rivista diretta da Gianni Canova e realizzata da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con ANICA e Direzione Generale Cinema del MiBACT. Scopriamo perché, attraverso interventi di Davide Ferrario, Alberto Crespi, Beatrice Fiorentino, Rocco Moccagatta, Marco Simon Puccioni, Paolo Crepet, Andrea Gropplero di Troppenburg, Luca Mastrantonio, Nuccio Guerino Bovalino, Mariarosa Mancuso, Mario Sesti, e interviste a Paolo Franchi, Adriano Gotti, Luca Guadagnino, Rolando Ravello, Matteo Rovere, Valeria Solarino, Roberta Torre, Enrico Vanzina e Giuliana Gamba

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Lo confesso, io quel film non l’ho visto

Tra il serio e il faceto, nel numero 30 della rivista 8 1/2 (dicembre 2016) lanciamo una nuova provocazione: abbiamo chiesto a una cinquantina tra registi, attori, direttori di festival e critici di confessare un titolo di film “imprescindibile”, italiano e straniero, che non hanno mai visto. Tra gli outing più coraggiosi quello di Alberto Barbera che non ha mai visto C’eravamo tanto amati e di Elio Germano, che ha evitato Titanic