Regia Carlo Di Carlo
Paese, annoITA, 2011
Formato colore / bianco e nero
Produzione Cinecitta' Luce
Uscita 2012-11-10
Diritti Cinecittà Vendite Italia, Vendite estero, Produzione
Documentari
Gioco degli specchi
Il gioco degli specchi propone un ritratto della società italiana dal 1945 al 1983. Il ritratto si fonda su un interrogativo: la società italiana ha visto nel cinema un luogo conveniente, dove riconoscere, scoprire, interpretare le proprie caratteristiche specifiche, i tratti vivi e distintivi? In breve, la vita nazionale risulta fedele all’immagine proveniente dallo schermo cinematografico, oppure caparbiamente sfasata, in avanti e indietro, in anticipo e in ritardo, rispetto alla raffigurazione provocata dal cinema? La risposta sta in un tenace, profondo gioco di specchi fra il dispositivo cinematografico, nella sua interezza, e il tessuto sociale, nella sua complessità. Svolte cruciali della storia repubblicana si intrecciano alle immagini di volti e luoghi noti, con effetti diversi sul loro senso: è il caso di due dei nomi più ricorrenti, Pier Paolo Pasolini e Aldo Moro, di cui i rapidi tagli dei cinegiornali – talvolta superficiali e derisori – descrivono con paradossale precisione la drammatica parabola. O come la maschera di Totò, immortalato all’uscita dalla cabina elettorale, meno teatrale e più discreto di alcuni uomini di potere. Le premiazioni del mondo del cinema, solenni e rituali, si alternano a interviste e dibattiti su importanti questioni sociali, che strappano il sorriso. La censura e il permissivismo, la chiusura dei cinema, il ruolo della donna, la crisi economica, una democrazia sempre troppo giovane e una classe politica antica, addirittura l’arrivo della Cina sulla scena internazionale, sono questioni aperte, che per un curioso rovesciamento di prospettiva, si scoprono vive e attuali da più di cinquant’anni. Nell’abisso dello specchio, resta infine la verità di altre immagini: la Magnani a una prima cinematografica; Sordi che doppia se stesso; la timidezza dei giovani protagonisti del Posto di Olmi; una frase di Germi su un suo film, buona per descrivere qualcosa di più: “è strano, abbiamo riso tanto e siamo spaventati”.