Titolo internazionale Morel's invention
Genere Fantastico
Regia Emidio Greco
Paese, annoITALIA, 1974
Durata 110
Pellicola Sì
Produzione Mount Street Film-Coop E Alga Cinematografica
Diritti Cinecittà Vendite Italia, Vendite estero, Theatrical Italia
Film
L’invenzione di Morel
Ricercato dalla polizia, un naufrago approda su di una spiaggia proprio quando la barca cede e le forze sono agli sgoccioli. L’isola appare deserta; abbandonata è la stravagante architettura nella quale il sopravvissuto si inoltra per cercare cibo più che compagnia. Nei giorni che seguono una bellissima donna lo attira: è Faustine, alla quale si aggiungono uomini e donne pressochè guidati a bacchetta da un vampiresco scienziato, Morel. Il fuggitivo rivolge timide parole alla donna, ma ben presto s’avvede che nessuno lo nota. Mentre le sue angosce kafkiane aumentano, gli elementi chiave appaiono via via più chiari: i personaggi che il naufrago insegue, e con i quali un poco alla volta si mescola, non sono reali. Sono la proiezione completa che Morel è riuscito a registrare con una macchina di sua invenzione, fermando non solo l’immagine o il suono, ma tutto quanto colpisce i sensi umani. Essendo mortali i raggi dell’infernale aggeggio, i protagonisti della settimana di vacanza sono morti e ora, quando i raggi solari mettono in moto il meccanismo, per l’eternità le “buonanime” ripetono gesti, discorsi, balletti scipiti, riti banali da borghesucci disimpegnati. E’ immortalità, questa? No, poichè il sogno di Morel, e cioè di afferrare l’anima umana rinserrata nel contesto del quotidiano, è stato il suo unico errore… Disperato, privo di mezzi per sopravvivere, anche il naufrago cede alla tentazione, forse per rivedere l’enigmatica Faustine, forse per consacrarsi effimeramente al futuro: si mette di fronte al meccanismo di ripresa; poi ci ripensa e lo distrugge; ma è ormai troppo tardi anche per lui, consumato dai velenosi raggi di una tecnica che ha cercato di fare propria dell’uomo l’eternità divina…