Titolo internazionale Fit to be untied

Regia Sandro Petraglia, Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli

Paese, annoITA, 1975

Formato bianco e nero

Produzione 11 Marzo Cinematografic

Uscita 1976-01-13


Diritti Cinecittà Vendite estero

Simona Agnoli

Sales & Business Developement, Films and docs

s.agnoli@cinecitta.it

+39 0672286437

Documentari

Matti da slegare

di Sandro Petraglia, Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli
Vendite estero
Scheda tecnica

Titolo internazionale Fit to be untied

Regia Sandro Petraglia, Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli

Paese, annoITA, 1975

Formato bianco e nero

Produzione 11 Marzo Cinematografic

Uscita 1976-01-13

Diritti Cinecittà

Diritti Cinecittà Vendite estero

Simona Agnoli

Sales & Business Developement, Films and docs

s.agnoli@cinecitta.it

+39 0672286437

È l’edizione cinematografica in 35 mm e lunga 135 minuti di una versione originale in 16 mm di circa 200 minuti, divisa in 2 parti (Tre storie e Matti da slegare), intitolata Nessuno o tutti. Produzione: Cooperativa “11 marzo cinematografico” _ Assessorato Sanità della Provincia di Parma _ Regione Emilia Romagna. Girato nel manicomio di Colorno. Distribuzione Italnoleggio. Non ha pretese scientifiche. Non è _ in senso stretto _ nemmeno un’inchiesta, ma piuttosto una testimonianza e una denuncia. La tesi è racchiusa nel titolo: i malati mentali sono persone “legate” in molti modi e per diverse cause. Se si vuole curarli (non guarirli, ma almeno impedire che vengano guastati dai metodi tradizionali) occorre slegarli, liberarli, reinserirli nella comunità. Il film dice che: a) spesso la malattia mentale ha origini sociali, di classe; b) l’irrazionalità degli asociali è una risposta all’irrazionalità della società; c) l’assistenza psichiatrica non è soltanto uno strumento di segregazione e di repressione, ma anche di sottogoverno e di potere economico; d) lo psichiatra è formalmente un uomo di scienza, ma in sostanza un tutore dell’ordine come il poliziotto e il carceriere. Il film conta e vale come atto di amore e di rispetto per l’uomo che, anche quando è “diverso” e malato in modo sconvolgente (catatonici, mongoloidi, paranoici, schizofrenici) è sempre preso sul serio. La finale festa danzante è un grande momento di cinema.