Perché vogliamo compiere ancora una volta questa esplorazione nel cinema dei maestri? Perché è un perimetro i cui confini sono ancora da definire. Certi capolavori li puoi prendere da un verso o da un altro e mai nessuno è quello sbagliato. Crediamo di sapere ormai tutto sui disagi esistenziali raccontati da Michelangelo Antonioni e un giorno scopriamo che i suoi film hanno anche un valore ferocemente politico, pensiamo di essere cresciuti con l’umanismo acuto e ironico di Ettore Scola e improvvisamente ci accorgiamo che avevamo sottovalutato il valore estetico di certi suoi film. Così anche per il surrealismo di Luis Bunuel che però è anche un irripetibile viaggio nella psiche dello spettatore, o l’intimismo di Francois Truffaut che resta la testimonianza più lucida del disagio di un’intera generazione. Maestri di cui ci occupiamo o di cui ci occuperemo in futuro perché a tutti dobbiamo qualcosa: Alain Resnais, Dino Risi, Claude Chabrol, Luchino Visconti… Non sei tu che guardi i loro film ma certi loro film che sanno guardarti dentro.