Regia Fredo Valla

Paese, annoITA, 2017

Formato colore

Produzione Neferiti Film, Istituto Luce Cinecitta'

Uscita 2018-02-19


Diritti Cinecittà Vendite Italia, Vendite estero, Co-produzione

Simona Agnoli

Sales & Business Developement, Films and docs

s.agnoli@cinecitta.it

+39 0672286437

Documentari

Non ne parliamo di questa guerra

di Fredo Valla
Vendite Italia
Vendite estero
Co-produzione
Scheda tecnica

Regia Fredo Valla

Paese, annoITA, 2017

Formato colore

Produzione Neferiti Film, Istituto Luce Cinecitta'

Uscita 2018-02-19

Diritti Cinecittà

Diritti Cinecittà Vendite Italia, Vendite estero, Co-produzione

Simona Agnoli

Sales & Business Developement, Films and docs

s.agnoli@cinecitta.it

+39 0672286437

La giustizia di guerra nel primo conflitto mondiale è un tema sottovalutato nelle sue dimensioni e nella sua crudeltà. L’Italia, in particolare, detiene il triste primato per la ferocia con cui punì i propri soldati. Provati dalla vita di trincea, traumatizzati dalle bombe e dalla morte sempre in agguato, decimati in assalti suicidi, esasperati dagli errori di comando e da tante inutili battaglie per una causa che sentivano lontana, molti dissero NO e disertarono, si ribellarono, compirono atti di autolesionismo pur di non tornare a combattere. Le carte conservate negli archivi, e raramente pubblicate, dicono che non fu un fenomeno isolato: in Italia, dal 1915 al 1918, 1 soldato su 14 subì un processo penale, 1 su 24 venne processato per diserzione. È questo il tema che il film documentario Non ne parliamo di guerra porta alla luce. Lo fa negli anni delle celebrazioni della Grande Guerra, con toni leggeri e con commozione, intrecciando alle canzoni di guerra e di rivolta, le testimonianze degli storici; alternando l’emotività di alcune piéces teatrali al linguaggio algido e burocratico dei documenti della giustizia militare che parlano di fucilazioni, di decimazione, di pene abnormi. Non ne parliamo di questa guerra intreccia storie di uomini che giunti al limite estremo delle loro forze non vollero più obbedire e per questo furono giustiziati, disonorati, considerati vigliacchi e perciò cancellati dalla Storia. Quegli uomini oggi meritano il nostro rispetto.