Regia Paolo Quaregna

Paese, annoITA, CAN, 2016

Formato colore

Produzione Ila Palma- Dream Film, Rapide Blanc (Canada), Istituto Luce Cinecitta'; Avocado Films

Uscita 2019-07-08


Diritti Cinecittà Vendite Italia, Vendite estero, Co-produzione

Simona Agnoli

Sales & Business Developement, Films and docs

s.agnoli@cinecitta.it

+39 0672286437

Documentari

Seconda patria

di Paolo Quaregna
Vendite Italia
Vendite estero
Co-produzione
Scheda tecnica

Regia Paolo Quaregna

Paese, annoITA, CAN, 2016

Formato colore

Produzione Ila Palma- Dream Film, Rapide Blanc (Canada), Istituto Luce Cinecitta'; Avocado Films

Uscita 2019-07-08

Diritti Cinecittà

Diritti Cinecittà Vendite Italia, Vendite estero, Co-produzione

Simona Agnoli

Sales & Business Developement, Films and docs

s.agnoli@cinecitta.it

+39 0672286437

Hanno preso una decisione radicale. Hanno scelto di lasciare la loro “amara terra”, come hanno fatto negli ultimi 100 anni poco meno di 30 milioni di italiani. Hanno fatto valigie e fagotti, attraversato frontiere, varcato l’oceano. Di tutte le terre americane, hanno scelto il Quebec, enclave dal sapore mediterraneo, dove si parla la lingua francese, provincia radicata nella tradizione cattolica, da sempre aperta al meticciato. Sono uomini e donne di grande coraggio e capacità di resilienza, disponibili a fare crescere in sé lo “spirito nomade”: hanno preferito essere padroni del loro tempo piuttosto che battersi, tra fratelli, per difendere uno spazio avaro di risorse. Alcuni di essi, spingendosi nei distretti minerari del gelido nord, hanno scoperto (grazie anche a “contaminazioni” culinarie e musicali) una speciale complicità con i “nativi” Innu, abitanti colà ben prima di ogni ondata migratoria. Il film, seguendo il cammino della famiglia Stea, da Sannicandro di Bari, prima minatori in Belgio nell’immediato dopoguerra, poi lavoratori occasionali a Toronto e a Montreal, infine lavoratori nelle miniere di ferro di Schefferville, nel Grande Nord canadese, offre i ritratti di nove “migranti economici” e dei loro figli che hanno saputo adattarsi a una nuova vita, attivando nuove radici, senza perdere il legame con la loro “italianità”.