I corrispondenti delle televisioni di mezzo mondo si stanno preparando alla diretta. Nell’attesa c’è chi ripassa il suo servizio, chi sistema trucco e capelli, chi comunica con la regia. Sullo sfondo Via della Conciliazione gremita di gente, decine di migliaia di fedeli da tutto il mondo. È il 27 aprile del 2014, il giorno della canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. I giornalisti sono pronti a commentare un evento insolito: Papa Francesco, contravvenendo al cerimoniale della giornata, esce dai confini dello Stato Vaticano e attraversa a bordo della sua auto tutta Via della Conciliazione per benedire i fedeli, assiepati alla destra e alla sinistra della strada. Vista dall’alto, Via della Conciliazione sembra un’autostrada, una via di comunicazione che collega la Chiesa di Roma con la città, l’Italia, il Mondo intero. Una via conosciuta in ogni angolo della Terra, la più vista, raccontata, fotografata, una via familiare a chiunque, ancora prima di essere attraversata. Vista così, sembra che abbia sempre fatto parte del tessuto urbano di Roma. Invece la sua costruzione è il risultato di uno degli eventi più recenti della città eterna, sicuramente il più spettacolare, radicale e doloroso.