Editoria

30 Maggio 2013

8 1/2 numero 5: il cinema nell’era delle Film Commission

8 1/2 numero 5: il cinema nell'era delle Film Commission

8½ – Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, la rivista diretta da Gianni Canova e realizzata da Istituto Luce – Cinecittà in collaborazione con ANICA e Direzione Generale Cinem – MiBAC, esplora il territorio italiano sulle tracce della rivoluzione nata con le Film Commission. È questo il tema del numero 5, disponibile a maggio in libreria e per abbonamento. Ovviamente il paesaggio è frastagliato e la classica domanda di copertina lo conferma: “Ma quanto ci piacciono i luoghi comuni?”. “I meriti delle Film Commission – spiega Canova nell’editoriale – sono grandissimi e vanno dalla spinta a riscoprire la varietà e la bellezza del paesaggio italiano all’oggettivo snellimento di pratiche burocratiche snervanti e per lo più incomprensibili agli occhi delle persone dotate di buon senso. Ma non possiamo non evidenziare alcune criticità, provando a sottolineare alcune questioni aperte. Tra i rischi c’è l’omologazione della stessa idea di paesaggio all’insegna della belluria da cartolina”. Silvio Maselli, presidente dell’associazione Italian Film Commissions, approfondisce l’argomento in un’ampia intervista, difendendo l’autonomia e la competenza di queste strutture, talvolta private dei necessari strumenti operativi e finanziari, rispetto alla “ripetuta ingerenza della politica locale nelle scelte del management e delle decisioni operative, come accaduto alla Friuli Venezia Giulia FC per il finanziamento al film di Marco Bellocchio“. “Le Film Commission esistono da molto tempo – dichiara invece il produttore Cattleya Marco Chimenz, produttore Cattleya – ma qualcosa è cambiato negli ultimi 5-6 anni: si sono dotate di fondi, secondo una sorta di ‘federalismo regionale’, nel tentativo di attirare industrie diversa da quelle tradizionali, come quella del cinema. Per i produttori la cosa più importante è avere una ragionevole certezza che il proprio film verrà girato in una Regione e avrà accesso a fondi di buona entità”. Ma, avverte Chimenz, “non sono qualificate per fare una valutazione di merito artistico in base a criteri soggettivi”. Sui fondi regionali si segnala anche l’approfondimento dell’Ufficio Studi Anica. Con Debora Scaperrotta, libera professionista molto attiva in Alto Adige, dove lavora con la BLS, delineiamo con precisione la figura professionale del ‘location manager’, per poi porre cinque domande ai presidenti delle Film Commission più attive, per capire meglio come e perché si scelgono i progetti da sostenere, quanto conta la politica, quanto pesa la burocrazia. Ma maggio è anche il mese del Festival di Cannes: così, chiede al direttore della Quinzaine Edouard Waintrop e alla giovane selezionatrice della Semaine Pamela Pianezza qual è il loro rapporto con il cinema italiano, mentre la sezione Innovazioni, incentrata sui nuovi linguaggi del documentario e curata da Marco Bertozzi, ospita un intervento del regista Davide Ferrario: “Per sopravvivere alla crisi il cinema italiano ha scelto di appiattirsi su una pletora di film tutti uguali, dozzine di commedie. E’ giunta l’ora di cambiare: c’è bisogno di altri volti, altre storie, altri modi per raccontarle”. A partire dai casi di Andrea Segre, Alina Marazzi e Leonardo Di Costanzo, accomunati appunto dalla passione per il cinema del reale. Un’inchiesta approfondisce la difficoltà di distribuire i documentari, mentre Rodrigo Cipriani Foresio, presidente di Luce Cinecittà , spiega le iniziative che lo storico gruppo per il cinema pubblico sta mettendo in campo al fine di agevolare l’uscita in sala di opere non fiction, con accento particolare sul progetto L’Italia si racconta, realizzato in collaborazione con l’Anec Lazio. L’approfondimento della DG Cinema è dedicato al passaggio dal libro al film e alla gestione del ‘set Italia’, indicando la necessità di operare una sinergia tra Stato ed enti locali per valorizzarne al meglio le potenzialità. La sezione Dissolvenze omaggia invece una figura professionale ‘romantica’ che sta gradualmente scomparendo, quella del proiezionista. E ancora, il Focus è dedicato alla Turchia, le Geografie alle location italiane che attraggono le produzioni americane, come nel caso degli episodi di Twilight che hanno cambiato, forse per sempre, l’assetto di cittadine storiche come Volterra e Montepulciano. In chiusura un intervento di Roberto Faenza, sul tema “Perché non riusciamo a essere un’industria?”. “Se la politica nostrana si decidesse a comprendere che il sapere e la cultura sono il valore dell’economia – sostiene il regista – quel giorno il cinema italiano potrebbe voltare pagina una volta per tutte. Basterebbe tradurre la legislazione francese, senza cambiare una virgola”. Su http://www.8-mezzo.com/ l’elenco delle librerie dove trovare la rivista e le indicazioni per sottoscrivere l’abbonamento.


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