Editoria

10 Maggio 2019

Testa o coda? Le strategie dei titoli nel cinema italiano su 8 1/2

La scarsa attenzione dedicata nel nostro paese ai titoli di testa o di coda delle pellicole è un sintomo di come la nostra industria cinematografica faccia fatica a essere una vera industria. Ecco la

La scarsa attenzione dedicata nel nostro paese ai titoli di testa o di coda delle pellicole è un sintomo di come la nostra industria cinematografica faccia fatica a essere una vera industria. Film con titoli di testa pensati e progettati sono un’assoluta minoranza. Eppure, potrebbero essere una delle vetrine più efficaci per agganciare il pubblico e attirarlo dentro la vicenda raccontata. Secondo Gianni Canova, il direttore editoriale di 8 ½ il bimestrale dedicato a Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBAC e Anica, molti dei film più importanti della scorsa stagione come Dogman, Euforia, A casa tutti bene e Lazzaro felice hanno liquidato i titoli con un protocollo ripetitivo mentre va riconosciuto a Chiamami col tuo nome di essere stato uno dei pochissimi con un pensiero creativo legato ai credits.

Nella cover story di maggio c’è anche una panoramica sui titoli di testa realizzati per le opere di Nanni Moretti, Dino Risi, Gabriele Salvatores, Mario Martone, Paolo Sorrentino, Dario Argento, Roberta Torre e Paolo Virzì passando per quelli diventati grandi classici del cinema italiano quali Ultimo tango a Parigi, 8 ½ Per un pugno di dollari. Il rapporto personale con la titolazione dei propri film fa invece da perno alle interviste rivolte a cinque autori: Francesca Archibugi, Laura Bispuri, Fausto Brizzi, Marco Tullio Giordana e Gennaro Nunziante, che svelano anche quali sono i loro titoli del cuore. La regista Elisa Fuksas ci regala una sua personalissima riflessione.

Ad aprire il magazine, in testa alla cover story, un’intervista al ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Alberto Bonisoli che fa il punto su questo primo anno al dicastero e ribadisce la sua intenzione di supportare il programma di investimenti per continuare il rilancio di Cinecittà. Rilancio che passerà anche attraverso la costruzione di due nuovi teatri di posa.

Tutt’altro argomento per la sezione Inchieste del numero 44 del magazine che punta a raccontare come il cinema sia per sua stessa natura non solo un efficace mezzo di divulgazione scientifica ma anche un grande strumento di ricerca. Un viaggio che partendo da Roberto Omegna, anche regista per l’Istituto Luce, indaga il filone passando per Folco Quilici e Vittorio De Seta, per arrivare ad autori contemporanei come Massimo D’Anolfi & Martina Parenti, Valerio Jalongo, Felice Farina e Costanza Quatriglio. Quindi con i “destini incrociati” di tre autori come Dino Risi, Francesco Rosi Gianni Amelio. Infine, le interviste a due direttori di festival, Gaetano Capizzi di CinemAmbiente a Torino e Andrea Romeo del Biografilm di Bologna per i quali il cinema scientifico è un vero e proprio genere ampiamente riconosciuto dalle loro manifestazioni.

Per la seconda edizione della nuova rubrica, Cine Gourmet, dedicata al rapporto tra settima arte e fornelli, questo mese viene interpellato Renato De Maria che sviscera il suo personalissimo legame con la cucina regalandoci anche una ricetta, quella delle uova al tartufo. Il Racconto di cinema, di Andrea Cavaletto, rilegge il mitico Per un pugno di dollari di Sergio Leone.

Grazie al Focus ci si immerge nell’industria cinematografica d’Israele attraverso un excursus che ricostruisce le tappe fondamentali: dalla creazione dell’Israel Film Fund nel 1979 alla vittoria dell’Orso d’oro a Berlino di Nadav Lapid con Synonymes. Una disanima approfondita dal punto di vista di un critico nazionale, Benjamin Tovias.

Nella sezione Anniversari, a essere analizzato, a 50 anni dall’uscita in sala, questa volta è Dillinger è morto di Marco Ferreri anche a partire dall’impatto che ebbe sulla critica dell’epoca. Omaggi in occasione di un compleanno importante, l’ottantesimo, vengono dedicati all’attore Paolo Bonacelli e al regista Ruggero Deodato, mentre il ricordo di Giulio Brogi, scomparso lo scorso febbraio, è affidato alla regista Fabiana Sargentini. Per chi volesse approfondire temi legati a Internet e Marketing, vanno segnalati infine i saggi di Carmen Diotaiuti su Weart, start up pronta a scompaginare i codici della realtà virtuale, e di Andrea Guglielmino sul fenomeno che vede sempre più spesso scegliere di rifare i film stranieri piuttosto che distribuirli, doppiandoli e basta, in Italia. Sul versante mostre, Cristiana Paternò racconta l’esposizione, corredata dalle immagini dell’Archivio Luce, dal titolo I De Filippo. Il mestiere in scena, conclusa a Napoli, mentre Stefano Stefanutto Rosa illustra Luce Movimento. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli, al Museo del Novecento di Milano fino al 25 agosto.

A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e online, è 19Novanta Communication Partners. Sul sito www.8-mezzo.it è possibile curiosare tra cinque sezioni: homepage, redazione, download del magazine, reprint e contatti.

Valentina Neri

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