Distribuzione

17 Maggio 2023

Lo spazio inquieto di Franco Angeli: proiezione a Roma

Nei cinema dal 4 maggio il film documentario dedicato all’opera e alla vita di Franco Angeli uno dei più incisivi protagonisti della pittura e delle arti della seconda metà del novecento italiano

Torna a grande richiesta per una speciale proiezione romana Lo spazio inquieto, il film documentario sull’opera e la vita di Franco Angeli, uno dei più incisivi protagonisti della pittura e delle arti della seconda metà del novecento italiano (e non solo). Un ricercatore visionario anche fuori dalla tela, nel cinema. Lo spazio inquieto arriva a Roma al cinema Farnese (piazza Campo de’ Fiori, 56) lunedì 29 maggio alle ore 21.00, con un incontro con il pubblico alla presenza del regista, della figlia dell’artista Maria Angeli, e dall’attrice Livia Bonifazi.Arriva nei cinema dal 4 maggio, Lo spazio inquieto, il film documentario sull’opera e la vita di Franco Angeli, uno dei più incisivi protagonisti della pittura e delle arti della seconda metà del novecento italiano (e non solo). Un ricercatore visionario anche fuori dalla tela, nel cinema. Il film arriva in sala con una serie di proiezioni evento – tra cui Roma, Milano, Bologna, Bari, Pescara, Foggia – introdotte dal regista che ne parla con il pubblico insieme a testimoni del film e ospiti.

Lo spazio inquieto, diretto dal nipote, omonimo, dell’artista, prodotto da Luce Cinecittà, arriva nei cinema dopo la presentazione in prima mondiale al Festival di Torino, e un’anteprima a Roma in coincidenza con la mostra FRANCO ANGELI – Opere 1958-1988 allestita al Wegil di Largo Ascianghi a Roma.

Il film si avvale di materiali inediti, film, foto e opere figurative e audiovisive, e le testimonianze preziose di amici e familiari, che regalano una visuale intima, non didascalica, rivelatoria, di un artista che ha fatto un uso iconico, folgorante di simboli e luoghi dell’immaginario collettivo, e resta un rivoluzionario attualissimo dello sguardo.

Materiali inediti, film, foto e opere figurative, per ricostruire la vita e il lavoro di Franco Angeli, protagonista di uno dei periodi più ricchi della storia italiana del Novecento: l’Arte, il cinema sperimentale, gli amici Mario Schifano e Tano Festa, la sua città Roma, il conflittuale rapporto con il PCI. Il nipote Franco Angeli, ne traccia un racconto personale e familiare affidandolo a chi lo ha conosciuto bene: il fratello Otello, la figlia Maria, la moglie Livia, l’amico Marco Bellocchio e critici e storici dell’arte.

“Porto il suo nome e questo la dice lunga sull’amore che provava mio padre per Franco”, sottolinea il regista.” Porto il suo nome con un certo orgoglio e mi accorgo di scandirlo bene quando mi presento a qualcuno che lo conosceva, o avrebbe potuto conoscerlo, cercando nello sguardo una sorpresa che confermi, oltre all’omonimia, anche la somiglianza fisica. Ricordo le case dove ha vissuto e le grandi stanze che usava per lavorare: via dei Prefetti, Piazza Farnese, via dei Barbieri, l’Appia Antica, via Flaminia. L’immagine più nitida che conservo di lui è accovacciato a terra che srotola metri di scotch con il quale fissare il cellophane al pavimento prima di iniziare a dipingere. O le mani, così sicure e precise nel tenere la matita. O il giradischi, che suona Neil Young. Ma non posso dire di averlo conosciuto bene. Anche se non aveva molti più anni di me, ci dividevano un’intera epoca, un’intera cultura, un’intera vita.

“LO SPAZIO INQUIETO, nasce dall’esigenza, dalla voglia egoista e del tutto personale, di avvicinarmi a mio zio Franco per conoscere e capire ciò che non avevo capito 40 anni fa. L’infanzia, per esempio, di cui non parlava mai, ma che prende forma nei tanti appunti, a dimostrazione di quanto sia stata determinante nelle sue scelte future. La figura della madre o il rapporto con i fratelli, con Festa, con Schifano. Due linee di narrazione che procedono parallelamente. Da un lato lo sguardo critico sulle sue opere, esposto con lucidità e semplicità da Laura Cherubini, Luca Massimo Barbero e Bruno di Marino, dall’altro il racconto personale e particolare della sua vita, del suo lavoro quotidiano, dei suoi affetti, affidato alle voci della famiglia: a partire da Otello, il fratello ritrovato, alla moglie Livia Lancellotti, alla figlia Maria; o quelle degli amici come Mario Carbone, Marco Bellocchio, Giosetta Fioroni. E le poesie, gli appunti, i testi che ci ha lasciato. A volte battuti a macchina, altre volte scritti a mano, in un inconfondibile stampatello, conservati presso l’Archivio Franco Angeli, tracce intime di pensieri privati. La voce di Franco, che aveva sempre un tono ironico e dissacratorio, e che ho voluto consegnare a quella femminile di Livia Bonifazi perché non si confondesse il falso col vero. Ma le due linee di racconto, in realtà, non possono essere disgiunte, perché Franco era il suo lavoro: Franco non faceva il pittore, era un pittore, era un artista”.

Ecco le prime tappe in sala: 

 

04 magMILANOARLECCHINOORE 21,00con la presenza del regista, Maria Angeli e Livia Bonifazi
05 magBOLOGNALUMIEREORE 20,00con la presenza del regista, Maria Angeli e Livia Bonifazi
09 magFOGGIAALTROCINEMAORE 19,30- 21,30con la presenza del regista, Maria Angeli e Livia Bonifazi
10 magPESCARAMASSIMOORE 21,00con la presenza del regista, Maria Angeli e Livia Bonifazi
24 magBARISPLENDORORE 20,30con la presenza del regista, Maria Angeli e Livia Bonifazi
29 magROMAFARNESEORE 21,00con la presenza del regista, Maria Angeli e Livia Bonifazi

VEDI ANCHE:

Franco Angeli: “mio zio, maestro del dolore” (leggi l’intervista su CinecittàNews)


Ultime news