Restauri

27 Settembre 2023

Cinecittà e Alice nella Città insieme per raccontare il restauro

Ad Alice nella Città i restauri di due film realizzati da Cinecittà: L’isola, opera prima di Costanza Quatriglio e Il cavaliere inesistente di Pino Zac

Cinecittà e Alice nella Città – la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata ai giovani, alla scoperta del talento e agli esordi – collaborano per il secondo anno per creare uno spazio di spettacolo e riflessione sul restauro dei film.

Cinecittà porta, infatti, alla 21ma edizione di Alice due restauri realizzati nei propri laboratori digitali: L’isola di Costanza Quatriglio, opera prima e rivelatoria di una delle nostre autrici di maggiore talento a 20 anni dall’uscita; e Il cavaliere inesistente di Pino Zac, tratto dal capolavoro di Italo Calvino nel centenario della nascita del grande scrittore, nel restauro curato da Cinecittà in collaborazione con CSC – Cineteca Nazionale.

Dichiara la Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia: “Cinecittà ha tra le principali missioni pubbliche, affidatele dal Ministero della Cultura, accanto alla cura e diffusione, con i restauri e con il grande Archivio Luce, del patrimonio cinematografico italiano, quella della scoperta e della promozione, anche internazionale, di talenti per il cinema. La scelta de L’isola è felicissima, perché venti anni fa lanciò una giovane regista che si sarebbe affermata come un’autrice magistrale. Fino al suo ultimo documentario che Luce Cinecittà ha prodotto quest’anno e che, posso anticipare, è bello e commovente. Sul fronte dei restauri – prosegue la presidente Sbarigia – abbiamo in corso una riflessione insieme al CSC-Cineteca Nazionale e al Ministero della Cultura per realizzare un piano organico per salvare i film italiani dal degrado materiale. La collaborazione con Alice su questi temi è preziosa, perché ci permette di mostrare ai ragazzi il significato e la bellezza di un film preservato, che risplende nuovamente. Non è un paradosso: i restauri dei film del passato sono una delle garanzie per il futuro degli spettatori, soprattutto di quelli più giovani. E un altro restauro importante che, già annunciato, presenteremo alla Festa del Cinema, è Divisione Folgore di Duilio Coletti del 1954. A completare un pannello di titoli diversi per un’opera di restituzione al pubblico cui Cinecittà tiene profondamente”.

L’opera prima di Costanza Quatriglio veniva presentata in prima mondiale nel 2003 alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, affermandosi poi in numerosi festival internazionali (vincendo il Premio Cicae, un Fipresci e il Nastro d’argento per le musiche firmate da Paolo Fresu). Ha segnato uno dei punti di partenza di una nuova classe di autrici e autori che negli ultimi anni si è imposta a livello internazionale con un cinema capace di raccontare il reale con una forte connotazione visionaria e poetica.

Il film viene riproposto restaurato in 4K dai laboratori di Cinecittà.

E’ intrisa di realismo magico la favola senza tempo di Turi e Teresa, cresciuti amando il mare e la bellezza della natura. Figli di un pescatore, la loro crescita si intreccia con la vita dell’isola di Favignana, a ovest della Sicilia. Attraverso le emozioni, i turbamenti, i nuovi amori, i conflitti, nel passare delle stagioni, i due fratelli navigano verso un inevitabile cambiamento.

Il film è stato realizzato nel 2003 in Digital Intermediate, partendo dal negativo originale 16mm.I materiali presentavano numerose tracce del collante utilizzato per le giunte sul negativo, oltre a una quantità di righe, graffi, sporco depositato negli anni. Si è provveduto a realizzare un “conforming” della versione definitiva usando l’internegativo digitale come copia lavoro. I materiali 16mm e il girato subacqueo 35mm sono stati scansionati in 4k, insieme ad altre porzioni di negativo, trovate in scatole separate, utilizzate per dissolvenze e titoli. Una volta lavato, ricomposto e scansionato, si è color corretto il film, scena per scena nella sala color di Cinecittà con proiettore 4K, mentre il team di restauro procedeva alla rimozione dello sporco e i danni causati dal tempo.I titoli del film sono stati ricreati, utilizzando stili e font originali, usando i materiali negativi originali come sfondo.

L’audio 5.1 è stato prelevato quasi interamente dalla traccia Dolby Digital sulla copia positiva. In alcuni punti, dove la copia positiva era danneggiata e/o mancante, è stato integrato con porzioni tratte da un nastro multitraccia DA88 del mix originale. È stato poi controllato ed editato per rimuovere eventuali glitch, per mantenere la massima fedeltà all’originale.

Il film di Pino Zac è naturalmente ispirato all’omonimo capolavoro di Italo Calvino, terza e ultima parte della popolarissima ‘Trilogia degli antenati’, uno dei capisaldi del novecento italiano (e non solo), che vide la sua trasformazione per lo schermo nel 1969, prodotta dall’istituto Luce, per opera di Pino Zac.

Pseudonimo di Giuseppe Zaccaria (1930-1985), Zac è stato uno straordinario fumettista, animatore, fondatore di riviste. Creatore ad appenavent’anni di ‘Gatto Filippo’, la prima serie fumettistica a strisce autoconclusive pubblicata in Italia, ha collaborato con importanti quotidiani e riviste, arrivando nel 1977 alla fondazione del mitico settimanale Il Male.

Il cavaliere inesistente è un film a tecnica mista, con parti di girato dal vero e animate, che ricostruiscono il medioevo fantastico delle vicende del cavaliere dall’armatura vuota Agilulfo, di Rambaldo e dell’amata Bradamante. Una rivisitazione che nell’Italia del boom economico rappresentava in Calvino il mancato rapporto tra realtà e uomo contemporaneo. Zac rende alla magica trasfigurazione calviniana un sapore di opera ironica, ricca di situazioni buffe, trasportata alla fine del boom in cui le alienazioni avvertite da Calvino stavano deflagrando.

Il restauro, realizzato nei Laboratori di Cinecittà in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, è stato eseguito dal negativo scena originale 35mm, scansionato a 4K, e dal negativo colonna sonora ottica 35mm.

Oltre al lavoro di pulizia digitale per eliminare i difetti (graffi, macchie, sporcizia, instabilità dell’immagine) è stato recuperato anche il tono fotografico originale del film.


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