26 Marzo 2014
Fondazione Rosselli: rapporto sulle Film Commission
Presentata a Roma la ricerca “Il senso del cinema e dell’audiovisivo per i territori”, realizzata per conto di Luce Cinecittà con la supervisione della DG Cinema-MiBACT e in collaborazione con IFC
“Il convegno di oggi è uno dei primi esiti della Conferenza nazionale del cinema, e l’auspicio è che da questo momento di riflessione congiunta emergano proposte e osservazioni. La corposa ricerca della Fondazione Rosselli viene dunque condivisa con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra Stato centrale e Regioni”. Così Nicola Borrelli presenta la ricerca “Il senso del cinema e dell’audiovisivo per i territori”, realizzata dalla Fondazione Rosselli per Luce Cinecittà con la supervisione della DG Cinema-MiBACT, in collaborazione con Italia Film Commissions (IFC).
Due le finalità del rapporto. La prima: fornire un quadro esaustivo delle funzioni ed attività svolte dalle Film Commission (FC) nell’ottica di una maggiore razionalizzazione dei rapporti Stato-Regioni e rendere più efficace l’azione pubblica a sostegno del comparto audiovisivo. La seconda: offrire a IFC una fotografia delle risorse generate dall’audiovisivo nei territori in cui operano le FC anche nell’obiettivo di sensibilizzare i soggetti interessati pubblici e privati sulla rilevanza strategica degli investimenti nel settore anche ai fini di marketing territoriale e di impatto sui flussi turistici.
Dalla ricerca emerge che nel 2012 le produzioni nazionali ed estere hanno speso sul territorio 260 milioni a fronte di un intervento pubblico regionale, gestito in gran parte dalle FC, di 56,3 mln, di cui 9,9 mln. sono dotazioni annuali, il resto si tratta di Fondi regionali gestiti direttamente o in collaborazione con MISE e MiBACT.
Ad oggi si contano 24 Film Fund che a vario titolo sostengono l’audiovisivo, in prevalenza alimentati dai bilanci ordinari delle Regioni. Sempre nel 2012, su 1.064 produzioni che hanno girato nei diversi territori, circa 300 hanno ottenuto il supporto tecnico-logistico delle FC. Le stime relative al 2013 indicano un trend in crescita sul duplice versante delle produzioni assistite e finanziate.
Sono 18 le FC monitorate che costituiscono il motore dell’industria audiovisiva a livello regionale. Sotto il profilo giuridico prevale la forma della Fondazione in partecipazione per più della metà delle FC monitorate; negli altri casi operano all’interno dell’amministrazione come uffici o organi in house o come associazioni o reparto di Agenzie di promozione territoriale.
Oltre al Lazio collocato al primo posto, spiccano per entità degli impegni economici a sostegno del comparto, le politiche d’intervento della Puglia, Basilicata (in questo caso risorse disponibili ma non ancora erogate) e l’Alto Adige, davanti a regioni più solide come Piemonte o Toscana.
Le conclusioni della ricerca indicano la necessità di un nuovo sistema di regole uniformi e condivise. In particolare il futuro delle FC deve prevedere: il riconoscimento nazionale in base a requisiti minimi in linea con gli indirizzi europei e internazionali e maggiore chiarezza su ruolo e status giuridico; la progressiva omogeneizzazione degli schemi di finanziamento nazionali, regionali e multiregionali; la cabina di regia per l’accesso ai fondi UE; coniugare il sostegno alla filiera con le politiche di marketing territoriale e promozione turistica.
Alla presentazione alla ricerca da parte Francesca Traclò, direttore Fondazione Rosselli, e di Bruno Zambardino, docente della Sapienza, è seguito il dibattito con vari interventi , tra i quali quello di Stefania Ippoliti, presidente di IFC, che ha auspicato “un’omologazione equilibrata delle FC che garantisca uno standard di servizi, evitando di dare vita a un organismo complesso e lento. Prioritario è mettere in comune una rete di servizi e informazioni, oltre a diventare un elemento permanente della filiera decisionale dell’audiovisivo”.
Per Marco Cucco della Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università della Svizzera italiana, “il riconoscimento normativo delle FC porterebbe ordine in un panorama disomogeneo e garanzie per i produttori stranieri. Un riconoscimento tuttavia ‘leggero’, che rispetti alcune particolarità delle FC, creando istituti non profit che eroghino servizi gratuiti”.
Riccardo Tozzi ha ricordato, durante il panel condotto da Paolo Di Maira, infine quanto sia stata fondamentale la mediazione e la collaborazione della Campania Film Commission, dal punto di vista della conoscenza del territorio e delle sue dinamiche sociali, nel momento in cui la Cattleya ha incontrato nel quartiere di Scampia difficoltà a realizzare la serie tv Gomorra. (Stefano Stefanutto Rosa)