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11 Giugno 2015

Cinecittario. Quando l’Italia mangiava in bianco e nero

20 ricette e 20 brevi filmati inediti, una per ogni regione, raccolti in un cofanetto a formare un ricettario di piatti della tradizione italiana, interamente realizzati con filmati dell'Archivio Luce

Come sono cambiati negli ultimi novanta anni i concetti di alimentazione, cucina, convivialità e che incidenza ha avuto sulla “buona tavola” l’energia del Bel Paese? Cosa davvero è cambiato negli usi e costumi degli italiani sul piano della tavola e della qualità della vita? Prova a raccontarlo in un viaggio documentato e sorridente tra le ricette tradizionali e regionali della nostra cucina, il progetto Luce CinecittàCinecittario – Quando l’Italia mangiava in bianco e nero” di Andrea Gropplero di Troppenburg. Un vero e proprio ricettario di piatti della tradizione regionale italiana, interamente realizzati con filmati d’Archivio, per riunire la scoperta di antiche ricette alla visione di immagini ironiche e ricche di memoria e cibo. 20 ricette e 20 brevi filmati inediti, una per ogni regione, raccolti in un cofanetto a formare un ricettario dei sogni e delle tavole degli italiani.

Un viaggio gustoso tra piatti, cucine, testimonianze e gag di personalità dello spettacolo e della cultura. Quanto la buona alimentazione produce buona energia? La convivialità aiuta la formazione di un patto intergenerazionale? L’alimentazione è ancora un momento di emancipazione della società? Mangiare da soli fa male? Che cosa significa educazione alimentare? La tavola è ancora un momento importante dell’educazione famigliare? Le immagini in bianco e nero di una società che nella carestia della guerra, a tavola trovava la felicità di condividere il poco cibo disponibile, sono ancora attuali nel tempo della crisi più importante del dopoguerra? Queste sono alcune delle domande a cui vogliamo dare risposta. Il taglio del documentario, nonostante queste domande, non vuole essere una indagine sociologica, quanto una ricerca affettuosa, in bianco e nero, delle ricette del buon vivere.

Commenta il regista Andrea Gropplero di Troppenburg: “Gli archivi dell’Istituto Luce sono un patrimonio straordinario. Li conosciamo soprattutto per i materiali sul fascismo e la guerra, ma esplorandoli, scopriamo invece, nei cinegiornali dei decenni successivi, lo specchio di un’Italia popolare e in bianco e nero la cui vitalità è colore puro. Vi è una allegrezza contagiosa, nelle facce, nei suoni e nelle voci, l’allegrezza di chi ha stretto un patto intergenerazionale fondato su un’idea luminosa del futuro e una buona educazione alla convivialità. Ecco, futuro e convivialità sono le parole chiave di questa Italia in bianco e nero che mangia a colori, beve a colori, vive a colori. Abbiamo orientato la ricerca in chiave pop, proprio attorno al luogo principale in cui questo patto intergenerazionale si fonda: la tavola”.


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