15 Novembre 2016
Quattro storie in Luce alla Casa del Cinema
Una grande factory del documentario italiano, Luce Cinecittà, in retrospettiva con quattro nuovi film, presenti gli autori, alla Casa del Cinema di Roma, dal 24 novembre al 5 dicembre. Dal ’68 di Fran
Una grande factory del documentario italiano, Luce Cinecittà, in retrospettiva con quattro nuovi film alla Casa del Cinema di Roma: dal ’68 di Francesco Munzi all’Albania di Roland Sejko, dalla scomparsa di Majorana di Egidio Eronico all’attentato immaginato a Hitler e Mussolini di Enrico Caria. Quattro appuntamenti dal 24 novembre al 5 dicembre, tutti alle 20.30 a ingresso libero, alla presenza degli autori dei film, che ne discuteranno con il pubblico affiancati dal curatore della retrospettiva, il giornalista e critico Maurizio Di Rienzo.
Si parte giovedì 24 novembre con Assalto al cielo, presentato all’ultima Mostra di Venezia, di Francesco Munzi che dopo il successo internazionale di Anime nere racconta il decennio 1967-‘77 attraverso le lotte, l’immaginario, le derive violente e le utopie felici dei giovani che sognarono di cambiare il paese.
Venerdì 25 novembre in anteprima nazionale L’attesa (Pritja) di Roland Sejko, già David di Donatello 2013 per il Miglior documentario con Anjia. La nave, che qui racconta in un sorprendente ‘poemetto visivo’ la storia epica e drammatica di un paese, l’Albania, che per 50 anni fu l’unica nazione dichiaratamente atea del mondo. Un viaggio che parte dalla costruzione della più grande cattedrale dei Balcani, passa per decenni di ‘religione’ stalinista e attende l’arrivo dell’aereo di Papa Francesco nel suo primo viaggio pastorale.
Martedì 29 novembre spazio a uno dei più affascinanti e irrisolti misteri d’Italia, con Nessuno mi troverà. Majorana Memorandum di Egidio Eronico, documentario ‘definitivo’ sulla scomparsa nel 1938 del geniale fisico siciliano Ettore Majorana.
Ultimo appuntamento lunedì 5 dicembre con un’altra anteprima, L’uomo che non cambiò la storia di Enrico Caria, storia vera e tragicomica di Ranuccio Bianchi Bandinelli, principe dell’archeologia italiana, della sua visita guidata e del più clamoroso attentato mai immaginato nel ‘900: quello ai due ‘turisti’ romani, Hitler e Mussolini.