4 Ottobre 2018
“Fu la Spagna!” lo sguardo fascista sulla guerra civile spagnola
A 80 anni dal conflitto, una grande mostra fotografica organizzata dall'Istituto Luce - Cinecittà ricostruisce dialetticamente il conflitto attraverso punti di vista differenti
A 80 anni dalla guerra civile in Spagna, una grande mostra fotografica dal titolo Fu la Spagna! racconta per la prima volta attraverso più punti di vista, lo sguardo fascista sul conflitto durato dal 1936 al 1939. Organizzata da Istituto Luce – Cinecittà insieme al Centro di Studi sul Cinema italiano di Barcellona (Csci), l’esposizione che viene inaugurata oggi è ospitata al Teatro dei Dioscuri ed è curata da Andrea Di Michele (Libera università di Bolzano) e Daniela Aronica (Direttrice Csci e docente Università di Barcellona).
Attraverso 300 scatti, i più interessanti e curiosi selezionati tra i 20mila visionati in una lunga ricerca tra archivi e biblioteche, vengono presentati al visitatore tre diversi modi di vedere e raccontare il conflitto: quello della stampa italiana, quello dei legionari e quello delle istituzioni politico-militari. Tre sguardi, suddivisi per facilitare la fruizione per colori, che non sempre coincidono ma che messi a confronto, consentono di far emergere assenze e presenze rivelatrici. Ed è questa la peculiarità dell’esposizione: una costruzione dialettica dei diversi sguardi, capace di restituirci un’immagine articolata dei modi in cui la guerra fu vista e rappresentata dalla macchina della propaganda, dai soldati e dalle istituzioni italiane.
Alle fotografie l’esposizione affianca alcune illustrazioni di copertine de La domenica del Corriere e La tribuna illustrata che presentano un linguaggio completamente diverso dagli scatti in bianco e nero non solo grazie al colore e a un maggiore dinamismo, ma per il loro essere antesignane delle fake news visto il modo in cui rovesciano completamente la realtà a uso e consumo della propaganda fascista.
“L’abbondanza di materiale che ha reso possibile questa esposizione – ha raccontato incontrando la stampa, Aronica, una delle curatrici – si spiega grazie alle migliorie tecnologiche di cui gli apparecchi fotografici e le macchine da ripresa hanno potuto godere a partire dagli anni 30: un periodo in cui le attrezzature diventano più leggere e maneggevoli, quindi più facilmente trasportabili e utilizzabili anche in condizioni non facili come quelle belliche. Per questo la guerra civile in Spagna viene considerata come il primo conflitto seguito in diretta dal pubblico di massa. Una sorta di laboratorio di sperimentazione di comunicazione, oltre che un momento di studio su tecniche e armi, nonchè un’occasione importante per testare le forze dell’aeronautica che durante la Prima Guerra Mondiale avevano avuto un ruolo ancora marginale, in vista di un conflitto su larga scala che tutti sospettavano sarebbe arrivato di lì a poco”.
La narrazione fotografica è costruita seguendo due percorsi complementari, uno cronologico, l’altro tematico. Il primo si concentra sulle diverse fasi della guerra, con un’attenzione particolare al ruolo dell’intervento militare italiano, del resto il sostegno di Mussolini a Franco e alla sollevazione golpista fu decisivo per l’esito del conflitto, con il regime che mandò aerei, navi, armi e più di 80mila effettivi. Il secondo, invece, propone una selezione dei temi più ricorrenti nella rappresentazione fascista della guerra. Un terzo spazio espositivo offre un approfondimento sull’operato dei mezzi di comunicazione italiani attivi in Spagna e produttori di gran parte della rappresentazione, non solo iconografica, che l’Italia fascista propose del conflitto. Una mostra che non si limita dunque a presentare un excursus storico ma è occasione per rileggere modi di comunicare e stretegie geopolitiche dei nostri giorni. Come spiega anche Aronica: “Quello in Spagna è un golpe militare fallito che diventa una guerra civile internazionalizzata. Né più né meno di ciò che è successo in Siria”.
Fu la Spagna! che prende nome dall’omonimo volume di memorie che Roberto Cantalupo, primo ambasciatore italiano presso il governo di Franco, pubblicò dopo la Seconda Guerra Mondiale, è ad ingresso libero e arriva al Teatro dei Dioscuri, Via Piacenza 1, dove rimarrà fino al 18 novembre, dopo il successo di pubblico già registrato a Barcellona (24mila visitatori) e Bilbao (31mila). Ad accompagnare la mostra, oltre al volume Mussolini alla Guerra di Spagna: uomini, mezzi, propaganda, a cura di Daniela Aronica e pubblicato da Ibis Edizioni – Istituto Luce Cinecittà, anche una pagina del portale dell’Archivio Luce ad hoc che offre anche una fotogallery con 12 scatti non presenti nell’esposizione.