3 Settembre 2022
Geoblocking, quale sarà il destino dell’audiovisivo europeo?
L'audiovisivo in Europa è come un gatto in tangenziale? Se lo sono chiesto i membri di Anica durante una roundtable a invito tenutasi all'Italian Pavilion di Venezia 79.
L’audiovisivo in Europa è come un gatto in tangenziale? Se lo sono chiesto, invitati dai Anica, i rappresentanti nazionali ed europei dei produttori, distributori, esportatori e streamers, durante una roundtable tenutasi all’Italian Pavilion di Venezia 79. Il titolo dell’incontro ha l’obiettivo di tornare a parlare di come fornire alla Commissione Europea suggerimenti validi per chiarire che il principio di esclusiva territoriale, citato anche nelle norme europee copyright, è un elemento fondamentale su cui si basano i modelli di business di tutti gli operatori audiovisivi. Il tema è stato affrontato dal 2015 in vari provvedimenti europei e, al momento, è discusso con riferimento al regolamento Geoblocking, la tecnologia che limita l’accesso ai contenuti in base alla posizione geografica dell’utente e alla distribuzione delle opere su quel territorio.
Introdotto dal Presidente Anica Francesco Rutelli, l’incontro è stato un vero e proprio brainstorming tra gli operatori presenti, coordinato dall’associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e digitali, con la partecipazione di rappresentanti dell’European Audiovisual Observatory, MPA, Audiovisual coalition, MiC; accolto e rilanciato da Massimiliano Smeriglio e Brando Benifei, deputati all’Europarlamento che hanno raccolto l’invito, rivolto a rappresentati di tutte le famiglie politiche europee. Rutelli ha ricordato che “la leale collaborazione tra istituzioni pubbliche e operatori e l’adozione di un linguaggio comune sono fondamentali per costruire norme rivolte a migliorare le condizioni di mercato”.
Chiudendo i lavori Nicola Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà ha lanciato ulteriori spunti per la discussione: “Il regolatore deve tenere a mente che aggiungere regole a un mercato che funziona è più difficile che aggiungere regole a un mercato che non funziona. Il mercato non solo sta crescendo in maniera esponenziale ma cambia continuamente e il regolatore ha il compito di trovare un modo per dare a tutti i soggetti che appartengono all’Europa la possibilità di avere un proprio ruolo nel mercato globale, e al pubblico la chance di trovare i contenuti senza esserne sommerso e paralizzato nella scelta”.